Bonus casalinghe: a chi spetta e come ottenerlo
Si è parlato a lungo di uno stipendio alle casalinghe, alimentando l'eterna polemica tra mamme che lavorano e mamme che non hanno un lavoro fuori casa e si occupano a tempo pieno della famiglia, ma non se ne è mai fatto niente. Oggi è però possibile richiedere un aiuto tramite il bonus casalinghe.
Casalinghe e lavoratrici, l’eterno scontro
La diatriba è sempre in corso, soprattutto da quando sempre più donne con figli lavorano, dipendenti o autonome: chi non lavora ha diritto a un riconoscimento economico? Le mamme che si occupano della famiglia e della casa a tempo pieno ritengono di meritare un contributo per tutto quel lavoro "invisibile" che fanno, quelle che invece hanno un lavoro e uno stipendio sostengono di occuparsi comunque di casa e famiglia, per questo non ha senso riconoscere questa attività dal punto di vista economico solo alle prime. La discussione è sempre in corso e non fa che alimentare gli scontri tra le due categorie, spostando il centro del problema su altro. Mancanza di asili nido, difficoltà a conciliare carriera e famiglia, mancanza di sostegni da parte dello Stato.
È stato però trovato un modo per sostenere le casalinghe al fine che possano sentirsi parte integrante della società e, eventualmente, acquisire competenze da poter utilizzare anche fuori casa.
Cos’è il bonus casalinghe
Il Governo ha deciso, col Decreto Legge 104/2020, un incentivo destinato all'attivazione di corsi volti a digitalizzare questa fascia della popolazione al fine di favorirne l'inserimento nel mondo del lavoro e valorizzarne l'attività di cura. In pratica, fino al 31 marzo 2022 gli enti pubblici e privati e le associazioni che si occupano di formazione potranno fare richiesta per ottenere i soldi per stanziare corsi rivolti alle casalinghe, in particolare quelli destinati all'uso della SPID, delle piattaforme INPS e INAIL, ma anche di strumenti come le chat e le mail.
Chi può fare richiesta del bonus casalinghe
A poter fare richiesta saranno, a oggi, non tanto le casalinghe, ma enti e associazioni che si occupano di formazione, presentando progetti la cui fruizione sarà rivolta proprio alle persone che si occupano della cura di casa e famiglia. Più nello specifico, i progetti dovranno vertere sulle seguenti tematiche:
- migliorare la ricerca di notizie sui portali, distinguendo quelle reali dalle cosiddette fake news
- creare contenuti digitali, con attenzione particolare al copyright
- imparare a utilizzare chat, mail e social network
- imparare a utilizzare correttamente il pc, sapendo installare e disinstallare programmi e risolvendo i problemi più semplici
- imparare a proteggere i dispositivi e la privacy
- conoscere i servizi online come SPID, pagamenti digitali e piattaforme pubbliche per poter pagare le tasse, accedere ai bandi, ecc
- ampliare le conoscenze in ambito tecnologico più generico per sfruttarle nella gestione del budget familiare
Il bonus casalinghe non prevede un contributo economico
A differenza di quanto può far intendere il nome, il bonus casalinghe non erogherà contributi direttamente ai cittadini, ma solo agli enti che passeranno la selezione. Otterranno così un budget da utilizzare per erogare corsi gratuiti a chi ne farà domanda, secondo modalità ancora da stabilire.
Attenzione però: abbiamo parlato di casalinghe, ma i corsi saranno rivolti anche agli uomini che non lavorano e si occupano invece della cura di casa e famiglia. Un passo verso la parità di genere promosso dal Ministero per le pari opportunità.
Il bonus casalinghe, che potremmo quindi chiamare casalinghe e casalinghi, prevede corsi di formazione della durata anche di un anno, rivolti a uomini e donne che non hanno uno stipendio ma si occupano di casa e famiglia, perché non soltanto ottimizzino le proprie competenze di cura, ma siano anche capaci, qualora lo volessero, di reintrodursi nel mondo del lavoro.