Dal 2019 il congedo paternità non ci sarà più. Non è contemplato nell'attuale Legge di Bilancio 2019.
La manovra finanziaria del 2019 non rifinanzia l'obbligatorietà per i padri di non andare al lavoro quando nasce un figlio. Ha così fine la sperimentazione iniziata nel 2013 con la legge 92/2012 e rivolta ai neopapà.
Il contenuto dell'Art 4 della legge 92/2012
24. Al fine di sostenere la genitorialita', promuovendo una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della coppia e per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, in via sperimentale per gli anni 2013-2015:
a) il padre lavoratore dipendente, entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, ha l'obbligo di astenersi dal lavoro per un periodo di un giorno. Entro il medesimo periodo, il padre lavoratore dipendente puo' astenersi per un ulteriore periodo di due giorni, anche continuativi, previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest'ultima. In tale ultima ipotesi, per il periodo di due giorni goduto in sostituzione della madre e' riconosciuta un'indennita' giornaliera a carico dell'INPS pari al 100 per cento della retribuzione e per il restante giorno in aggiunta all'obbligo di astensione della madre e' riconosciuta un'indennita' pari al 100 per cento della retribuzione. Il padre lavoratore e' tenuto a fornire preventiva comunicazione in forma scritta al datore di lavoro dei giorni prescelti per astenersi dal lavoro almeno quindici giorni prima dei medesimi. All'onere derivante dalla presente lettera, valutato in 78 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, si provvede, quanto a 65 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 24, comma 27, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e, quanto a 13 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013-2015, ai sensi del comma 69 del presente articolo;
Il congedo per i papà dal 2013 al 2018
Entrato come sperimentale nel 2013, 2014 e 2015. Fino al 2015 prevedeva un congedo per il lavoratore dipendente anche adottivo e affidatario entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio, un giorno obbligatorio a cui si aggiungevano due facoltativi da concordare con la madre.
Nel 2016 e nel 2017, due obbligatori e due facoltativi.
Nel 2018 (fino al 31 dicembre 2018) quattro obbligatori e uno facoltativo.
Questo sono però rimaste sempre delle misure sperimentali e non strutturali. Quindi, senza proroga, il congedo paternità decade.
Il congedo facoltativo del padre era condizionato dalla rinuncia della madre
Il congedo facoltativo del padre era inoltre condizionato alla scelta della madre lavoratrice di non fruire di altrettanti giorni di congedo maternità.
Ma questi congedi paternità quanto sono stati utilizzati in questi anni?
In basi ai dati Inps, nel 2017 sono stati 107.369, il 113% rispetto al 2013, quando la misura era stata introdotta.
"Una manovra maschilista"
A rimarcare la mancata proroga è stato anche lo stesso presidente dell'Inps, Tito Boeri. C'è "un segnale di maschilismo anche in questa legge di bilancio, nel momento in cui va a dire manteniamo le differenze di età nell’accesso alle pensioni per uomini e donne, e va a non rifinanziare il congedo di paternità che era uno strumento molto importante per promuovere un’uguaglianza di opportunità", ha detto Boeri a Bologna, al convegno «Le donne nell’Istituto, ieri, oggi, domani».
In un'intervista del Corriere della Sera, il sottosegretario all’Economia, Laura Castelli, ha rilevato che nei saldi di bilancio della manovra sono però compresi "fondi per diverse misure a favore delle donne".
Per maggiori info sul congedo paternità, i dettagli sul sito dell'Inps