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Che cosa è la cogenitorialità?

di Sara De Giorgi - 11.03.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il termine cogenitorialità indica la collaborazione genitoriale, cioè l'insieme dei comportamenti messi in atto dalla coppia per garantire lo sviluppo fisico e psicologico dei figli, anche nel caso in cui i due genitori non convivano e non abbiano una relazione. Cerchiamo di capire qualcosa in più al riguardo.

In questo articolo

Il termine cogenitorialità è ultimamente sempre più adoperato. Ma cosa significa con esattezza? Per capirlo, occorre sottolineare che deriva dalla parola inglese coparenting, che si riferisce a una situazione in cui gli adulti condividono i doveri di genitorialità verso un bambino.

Con il termine italiano cogenitorialità s'intende descrivere la collaborazione genitoriale, cioè l'insieme dei comportamenti e delle azioni stabilite e condivise dalla coppia genitoriale al fine di garantire lo sviluppo fisico e psicologico dei propri figli, anche nel caso in cui i due genitori non convivano.

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Cogenitorialità dopo una separazione

Situazioni di cogenitorialità si possono verificare dopo una separazione, cioè quando entrambi i genitori non stanno più insieme ma rimangono coinvolti nella vita del bambino, condividendo tempo e responsabilità. Molti di loro non si sentono "genitori single", ma, appunto, "cogenitori".

Infatti, spesso il progetto di vivere in coppia o di sposarsi è legato dall'inizio al desiderio di avere un figlio, e la continuità genitoriale si manifesta sempre di più malgrado il groviglio delle unioni e delle separazioni.

Dunque, quando si verifica una separazione, in alcune situazioni genitori e figli dovranno accettare una presenza molto limitata dell’altro genitore, mentre altre famiglie beneficeranno non solo di una condivisione reale del tempo, ma anche di una collaborazione assidua nel prendere decisioni e nel suddividere le responsabilità, assicurando in tal modo il benessere dei bambini.

«La cogenitorialità è la chiave di volta dell’affido condiviso (o residenza alternata); da essa dipendono il buon funzionamento della formula e il livello di soddisfazione dei genitori», sostiene la scrittrice canadese Claudette Guilmaine, autrice del libro Genitori al singolare. Vincere la sfida quotidiana della monogenitorialità (a cura di M. Bombardieri, Edizioni Erickson) sulla monogenitorialità, che costituisce a tutti gli effetti una tipologia di famiglia.

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Con la cogenitorialità positiva e assidua, il bambino beneficia dell’apporto continuo di entrambi i genitori e non si sente diviso tra due vite parallele.

Secondo Claudette Guilmaine, la cogenitorialità può esistere anche senza una suddivisione paritaria del tempo da trascorrere con il bambino; se questa modalità era già adottata prima della separazione e continua ad esserlo anche in seguito, genitori e figli ne possono uscire vincitori.

Cogenitorialità e web

Esiste anche un'altra forma di cogenitorialità, incarnatasi in un fenomeno mediatico e molto dibattuto. Si verifica quando due persone che vogliono un figlio, ma che non sono in una relazione sentimentale, decidono di mettere al mondo un bambino con l'accordo di essere cogenitori.

In Gran Bretagna nel 2014 è nata un'agenzia per la cogenitorialità, che si chiama "The Stork" ("La Cicogna") e che si occupa di mettere in contatto due persone che desiderano un figlio e non una storia d'amore. Anche in Italia sono stati creati alcuni siti che hanno lo stesso scopo, ossia trovare un cogenitore al fine di crescere insieme un figlio. In tutti i casi però non si sa se ci siano controlli a garantire l'affidabilità degli annunci e delle persone che si celano dietro.

Come riporta il magazine Adnkrons, che ha intervistato l'avvocato Maria Paola Costantini, esperta nel campo della fecondazione assistita, il sospetto è che questo genere di siti nasconda un'attività di ricerca e donazione di sperma.

«Bisogna considerare che secondo la legge 40/2004 l'accesso alla fecondazione assistita nei centri autorizzati è riservata solo alle coppie infertili o portatrici di malattie genetiche e di sesso opposto, dunque per molte persone a oggi è molto difficile o addirittura è negata la possibilità di avere un figlio attraverso queste tecniche. Ma la donazione di sperma al di fuori delle strutture regolarmente autorizzate è illegale in Italia: solo queste, infatti, sono in grado di garantire che vengano effettuati tutti i controlli sanitari necessari per la salute della madre e del nascituro», chiarisce l'avvocato.

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