Limitare l'uso del cellulare ai bambini
Il cellulare è diventato ormai da tempo un'estensione del nostro corpo. Iniziare a prendere le distanze è sano ed è possibile, così come è possibile trasmettere questo principio ai nostri figli: a patto di essere disposti a fare qualche piccolo sforzo e a cambiare, noi per primi, abitudini consolidate.
Le vacanze, con i loro tempi più dilatati, rappresentano l'occasione giusta per farlo. Ne parliamo con Monica Bormetti, psicologa esperta di benessere digitale, che ci offre cinque preziosi consigli da mettere subito in pratica per imparare a limitare l'uso del cellulare .
1. La regola dei tempi e dei luoghi offline
"Una prima azione pratica e semplice da fare è darsi dei tempi e dei luoghi offline, dettando una regola da rispettare. Naturalmente saremo noi i primi a farlo, perché i figli apprendono soprattutto dall'esempio dei genitori. Ogni famiglia può stabilire le sue misure e i suoi tempi; fondamentale è che in casa passi il messaggio che il telefono e il tablet non entrano in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo. Ad esempio si può decidere di escluderli durante i pasti. Oppure prima di una certa ora del mattino e dopo una certa ora alla sera. Occorre scardinare la percezione del cellulare come un'estensione del nostro braccio. Altrimenti passiamo ai nostri figli il messaggio che questo oggetto è talmente prezioso che non è possibile farne a meno neppure quando si va in bagno".
2. Rompere il collegamento tra cellulare e un’attività (come il pasto)
"Un secondo punto è quello di cercare di slegare alcune attività a volte anche faticose, onerose per i genitori, come dare la pappa al bambino o farlo stare buono quando si è con gli amici, dalla distrazione del telefono. Un abbinamento che al momento sembra essere una via di salvezza, ma poi potrebbe trasformarsi in un'abitudine difficile da scardinare.
Se i bambini sono già abituati a guardare i cartoni sullo smartphone mentre mangiano servirà tempo, pazienza e la capacità di gestire la loro frustrazione, che inevitabilmente emergerà appena questa associazione verrà interrotta. L'importante è essere saldi nella propria decisione: in vacanza c'è più tempo e se per mangiare serve un'ora anziché mezz'ora non importa".
3. Recuperare i sensi e la percezione del proprio corpo
"Uno dei problemi della iper-digitalizzazione è lo scollegamento dal proprio corpo e dai propri sensi perché il digitale ci catapulta in una esperienza quasi esclusivamente mentale. Il corpo lo sento molto poco, i sensi non li uso. Ma mente e corpo sono due dimensioni legate: per stare bene la connessione con il corpo è fondamentale. Quindi in vacanza iniziamo a notare, e a fare notare, colori, sapori, suoni, sensazioni tattili. Questo vale anche per il cibo, durante il pasto: non c'è più uno schermo da guardare, ma proviamo ad esprimere con i nostri figli frasi come "guarda questa pesca, questa zucchina che colore ha, senti se è morbida o croccante…".
La realtà è più interessante del telefono. "Dedichiamo poi del tempo all'utilizzo del corpo vero e proprio: i bambini passano molto tempo chiusi in casa e seduti al banco di scuola; la vacanza è il momento perfetto per sviluppare la motricità, dimenticandosi del telefono, perché la realtà è ben più interessante: questo è il messaggio che i genitori devono trasmettere, applicandosi in prima persona".
4. Limitare l'uso del cellulare con l'elogio della noia
"Un altro punto importante è il tema del riposo, della noia, del vuoto. Siamo tutti immersi in vite piene di cose da fare, con attività che riempiono l'agenda, e invece lo spazio del vuoto, del nulla e anche della noia sono fondamentali per lo sviluppo del pensiero creativo.
Sono dimensioni che il telefono divora, perché va a riempire proprio ogni momento di vuoto. Quindi, semplicemente, mettiamolo via, lasciamolo lontano da dove ci troviamo e non cerchiamo di proporre necessariamente attività complesse. Ancora una volta, più di ogni altra cosa vale l'esempio: impariamo a stare seduti in riva al lago a osservare il panorama, su uno scoglio a guardare il mare. In un ambiente naturale un bambino può intrattenersi delle ore soltanto con dei bastoncini o dei sassi che trova lungo il fiume: non serve nient'altro".
5. La regola delle tre “A” per un uso consapevole del digitale
Per quest'ultimo spunto mi ispiro a un libro che consiglio a tutti di leggere: "3-6-9-12: diventare grandi all'epoca degli schermi digitali" dello psichiatra francese Serge Tisseron, che suggerisce la regola delle tre A: Accompagnamento, Autoregolazione, Alternanza".
- "Accompagnamento significa accompagnare il proprio figlio all'utilizzo del digitale: non si lascia uno smartphone in mano ad un bambino solo; occorre essere presenti, guardarlo insieme, condividere pensieri su ciò che si osserva. Questo approccio serve ad evitare la tendenza all'isolamento in cui l'utilizzo dei dispositivi digitali facilmente conduce. Invece in questo modo possono emergere dei contenuti di cui parlare insieme".
- "Autoregolazione: se mamma e papà mi dicono che posso usare lo smartphone un'ora al giorno, lo faccio. La capacità di autoregolarsi non è una conquista facile, ma è importantissima. Dobbiamo dettare delle regole e fare in modo che nostro figlio le rispetti. Come? Sicuramente non strappandogli di mano il telefono allo scadere del tempo prestabilito. Possiamo, invece, segnalargli quando mancano dieci minuti, e poi cinque, in modo che si prepari, iniziando a concludere le attività di cui si stava occupando. Possiamo anche mostrare la lancetta dell'orologio all'inizio dell'orario previsto e spiegare che quando la lancetta si troverà nella stessa posizione, un'ora dopo, allora il tempo sarà finito".
- "Alternanza: impariamo ad alternare momenti in cui il digitale è presente a momenti in cui non c'è. Torniamo qui al consiglio numero 1, una regola d'oro da interiorizzare prima di partire per le vacanze".
Consigli di lettura
L'intervistata
Monica Bormetti è una psicologa esperta di benessere digitale, digital wellness coach e mindfulness trainer. Crede fortemente che oggi siamo ad un punto in cui dobbiamo fermarci e chiederci come vogliamo usare tutta questa tecnologia a disposizione, per trarne il meglio per noi e non sentirci schiacciati.
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