Come insegnare ai bambini a mettere in ordine
"Non andiamo al parchetto finché questa camera non è sistemata come dico io!". Quante volte da genitori avete pronunciato questa frase (o variazioni sul tema)? La notizia di oggi è che sono affermazioni assolutamente inutili al raggiungimento del vostro scopo, ovvero che la stanza del bimbo sia sistemata secondo i vostri criteri di organizzazione dello spazio. Per capire come insegnare ai bambini a mettere in ordine abbiamo consultato Daniele Novara e Marta Versiglia, pedagogisti e autori di moltissimi libri tra cui "Io imparo a fare ordine" (Bur Rizzoli), ricco di consigli pratici a misura di famiglia e con una storia da leggere ai bambini "Il ragnetto che non sapeva tessere la ragnatela".
Perché i bambini mettono tutto in disordine
Anzitutto, perché i bambini nella percezione dei genitori mettono tutto in disordine?
"Bisogna fare una premessa: il ragionamento infantile non è come quello adulto. Il bambino è dentro un pensiero magico, motorio e concreto: ha bisogno di giocare, perché per lui il gioco è la sua realtà, il suo mondo, il modo in cui impara. Quindi per un genitore il giocattolo lasciato in giro può rappresentare una forma di disordine, per il bambino invece è un qualcosa che sta costruendo e attraverso cui sta imparando".
L'ordine interiore secondo Maria Montessori. "Come ci dice Maria Montessori nei suoi testi, i bambini già da piccoli hanno un innato amore per l'ordine e già dall'anno e mezzo - due anni di età dimostrano, sia pur in maniera confusa, la loro esigenza di ordinare l'ambiente. Però attenzione: per loro "ordine" significa trovare tutte le cose al loro posto. Spetta quindi a noi adulti dare loro la possibilità di ritrovare questo ordine che loro hanno già dentro".
Esempi concreti. "Per fare un esempio concreto: lo spazzolino e la salviettina devono essere sempre posizionati nel solito posto in bagno o il pigiamino deve essere sempre piegato sotto il cuscino, in modo che il bimbo sappia chiaramente che sono sempre lì.
I giochi vanno messi in contenitori divisi per categorie: non bisogna buttare tutto dentro un cestone alla rinfusa ma ci deve essere il contenitore dei pupazzi, quello per le macchinine, quello per le costruzioni e così via. In questo modo si crea ordine per il bambino: con questo procedimento, riuscirà a mettere in ordine anche i suoi giochi autonomamente. Fondamentale è quindi, dietro tutto questo, la regia dell'adulto.
Il momento giusto per mettere in ordine
C'è un momento giusto per mettere in ordine?
"Quando il bambino è in una fase di gioco bisogna lasciargli il tempo di creare e non distruggere quello che sta costruendo. Facciamo un esempio pratico: se il piccolo è a terra sul tappeto e sta posizionando i dinosauri o le macchinine in un certo ordine, non spostiamogli subito la sua creazione, non costringiamolo a riordinare quel determinato spazio della camera secondo i nostri criteri, perché potremmo rovinargli la sua creazione. È importante che lui finisca quindi una "fase di gioco" per poter poi riordinare in maniera serena. Se non abitiamo in case troppo piccole, tolleriamo che quello spazio non sia esattamente sistemato come lo vorremmo".
Come convincere i bambini a mettere a posto i giochi
Come convincere i bambini a mettere a posto i giochi? C'è un modo?
"Uno "stratagemma" che funziona sempre è che il genitore aiuti il bambino a capire come mettere in ordine attraverso il gioco. Mi sto riferendo in particolare ai giochi di imitazione, quelli dove il bambino ripete i gesti che fanno gli adulti. Ad esempio, pensiamo a cosa scatta nella mente del bambino quando vede il genitore che spazza la casa, che spolvera e che pulisce: vuole assolutamente farlo anche lui! Si tratta appunto di un gioco di imitazione, con cui lui può diventare grande come l'adulto che lo sta seguendo. Sistemare i giocattoli dovrebbe diventare quindi un gioco da fare all'inizio con i genitori.
Si può già iniziare a farlo dai 3 anni, sempre con l'accompagnamento di un adulto.Non si lascia il bambino da solo a sistemare, non si pretende che sistemi la cameretta autonomamente.
Esempio pratico. "Si può iniziare facendosi aiutare a riporre gli oggetti in scatole o scaffali chiaramente classificati: "Questo gioco lo mettiamo in questo scatolone, quest'altro gioco lo sistemiamo qui, mentre i libri li appoggiamo su questo ripiano". Le cose vanno fatte con pazienza, lasciando il tempo ai bambini di diventare autonomi mettendo in campo le loro capacità. L'autonomia nel riordinare la stanza si raggiunge attorno ai sei anni: non prima.
Occorre creare la situazione giusta perché il bambino si abbandoni proprio a questo "piacere di riordinare": soltanto quando si sentirà sicuro di potercela fare e non giudicato dai grandi sarà in grado veramente di farcela. Quindi mai utilizzare ordini e comandi".
Come insegnare ai bambini a mettere in ordine: le frasi da NON DIRE
"Metti tutto in ordine velocemente così poi andiamo a giocare al parco": nel libro ci spiegate proprio che questo classico comando non funziona: come mai?
"Perché gli ordini in generale non funzionano. Il pensiero infantile è dicotomico e va in contrapposizione con quello adulto: dai 3 ai 6 anni è l'età dei no. L' età di latenza, in cui il pensiero va in appiattimento su quello degli adulti, generalmente parte dai 7 anni. Gli ordini creano solo resistenza nel bambino".
Le frasi da NON dire
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"Dai metti a posto! Insomma non hai ancora finito di giocare?!"
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"Cosa pensi, che questa casa sia un porcile?! Cos'è tutto questo disordine?"
"Affermazioni come queste servono solo a spaventare il bambino: in questo modo il suo senso di sicurezza non si può sviluppare. Anzi, si sente ancora più insicuro perché non riesce a fare "la cosa giusta" secondo i nostri criteri di adulti: come queste frasi che sottolineano la sua "immaturità" sviluppano in lui il senso di colpa e la sua capacità di diventare autonomo nell'ordinare diventa sempre più difficile da raggiungere.
Naturalmente, pronunciare queste frasi urlando non fa che impaurirlo: potrà anche mettere in ordine ma lo farà solo perché terrorizzato, non gli sarà servito ad interiorizzare le abitudini giuste".
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"Se metti a posto poi diventi ordinato, vedrai che da grande questa abilità risulterà importante nello studio e nel lavoro".
"Bisogna evitare di insistere facendo magari anche degli "spiegoni": il bambino non è in grado di ragionare come noi "grandi" su queste affermazioni, non ha un'adeguata capacità di astrazione".
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"Se non metti in ordine domani non ti porto alla festa".
"Questo tipo di affermazioni è inefficace perché il bambino è dentro il "qui ed ora": sta giocando, non riesce a capire che domani magari c'è un'altra cosa più bella che la mamma gli sta promettendo".
Come insegnare ai bambini a mettere in ordine: le mosse giuste
Sempre nel libro, invitate i genitori a "sintonizzarsi con le risorse del bambino": cosa significa?
"Si tratta di capire cosa sono in grado di fare, partendo dalla loro età", spiega Daniele Novara. "I bambini amano l'ordine perché ne hanno bisogno per orientarsi, ma non sempre sono in grado di realizzarlo perché le loro capacità sono limitate. Per cui bisogna distinguere le pretese del genitore sulle capacità reali dei figli. L'obiettivo non è minacciarli e trasformarli in scimmiette istruite in grado di sistemare tutto nelle scatole giuste, ma metterli nelle condizioni di ordinare anche poche cose alla volta: l'importante è che sia fatto in autonomia".
Esempi pratici.
Costruire le abitudini. "La cosa in assoluto più efficace è quella di costruire le abitudini. Quando il bambino ha finito di giocare, ogni cosa va in un posto specifico, come ho spiegato sopra. Prima lo farà con i genitori, quando è più grandicello riuscirà da solo".
Sapere che i piccoli amano compiacere. "Una cosa che sicuramente è necessario tenere presente è che le abitudini a quest'età (3-6) non sono legate a una consapevolezza razionale ma proprio alla necessità di "compiacere" mamma e papà.
In questa fase i bimbi sono molto dipendenti dagli adulti, vogliono sentirsi visti da loro e copiare quello che fanno".
Rispettare i tempi dei bambini. "Hanno tempi più lunghi dei nostri, perché stanno imparando. Nel riordinare (ma in tante altre autonomie) hanno bisogno dello sguardo benevolo dei genitori nei loro confronti, che gli dicano anche senza parole "capisco che sei piccolo ma ci puoi riuscire da solo: ti do tutto il tempo per farcela".
Piccole sfide. "Sempre per rimanere in clima di gioco, come spiegavo prima, un'idea potrebbe essere quella di fare delle piccole sfide con il bambino: "Vediamo chi sistema prima questi giochi nel cesto? Vediamo chi vince?". Solitamente aderiscono con entusiasmo".
Gli intervistati
Daniele Novara ha fondato il CPP nel 1989, un centro che offre diversi corsi per insegnanti e genitori. È autore di numerosi libri e pubblicazioni, alcuni dei quali di largo successo e tradotti in altre lingue. È ideatore del Metodo Maieutico nell'apprendimento e nella relazione d'aiuto. Ha ideato il metodo Litigare Bene, per gestire i conflitti dei bambini. È docente del Master in Formazione interculturale presso l'Università Cattolica di Milano.
Con Marta Versiglia ha scritto i 4 libri della collana "Io imparo", una nuova collana pedagogica di guide pratiche per genitori, che coniuga la narrativa per l'infanzia all'educazione creativa, per insegnare ai bambini a fare da soli.
Marta Versiglia è pedagogista e formatrice del Cpp e autrice dei libri "Imparare giocando", "Attività Montessori all'aperto" (Bur parenting) e "Lasciami crescere" (Bur parenting).