Se ne riscontrano circa 4.800 nuovi casi all’anno, soprattutto nella fascia d’età compresa fra 50 e 65 anni, ma può colpire anche in età più giovane. “A differenza degli altri tumori femminili, per il tumore all’ovaio al momento non abbiano nessuna strategia di screening o di diagnosi precoce scientificamente efficace, perché non si conoscono ancora le cause che ne determinano la genesi, inoltre i sintomi sono assenti o molto vaghi e generici, ecco perché nel 70% dei casi si scopre quando è già in fase avanzata” commenta il Mario Sideri, Direttore della Divisione di Ginecologia preventiva dell Ieo di Milano. “Tuttavia conosciamo alcuni importanti fattori di rischio che predispongono al tumore dell’ovaio ed esistono anche alcuni rimedi protettivi”. Ecco quali.
La pillola anticoncezionale
“È ormai un dato scientificamente provato che l’assunzione della pillola anticoncezionale riduce il rischio di ammalarsi di tumore all’ovaio” evidenzia Mario Sideri: “numerosi studi condotti in vari Paesi hanno dimostrato che il rischio diminuisce del 20% dopo 5 anni di assunzione della pillola e addirittura si dimezza dopo 15 anni. Il motivo di tale effetto protettivo pare connesso al fatto che, inibendo l’ovulazione, la pillola mette le ovaie a riposo per un po’ di tempo. Per la stessa ragione, anche le gravidanze possono avere un effetto protettivo, così come l’allattamento, che ritarda il ritorno del ciclo.
La familiarità
Altro dato certo che conosciamo è che esiste una familiarità, per cui chi ha più di una parente di primo grado che ha contratto un tumore all’ovaio o alla mammella potrebbe avere un gene mutato che predispone allo sviluppo della malattia. Per queste donne esistono dei programmi di sorveglianza intensivi ed interventi preventivi specifici.
L’ecografia transvaginale
Esistono esami utili per la diagnosi precoce? “L’unico esame di cui attualmente disponiamo è l’ecografia transvaginale” risponde il ginecologo. “Sulla sua utilità i pareri sono discordanti, poiché alcune forme tumorali non sono visibili all’ecografia o lo diventano solo in fase avanzata, quindi non si può parlare propriamente di strumento di prevenzione o di diagnosi precoce, tuttavia la raccomandazione è quella di effettuarla una volta all’anno, in modo da controllare periodicamente lo stato dell’apparato genitale interno.
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I marcatori sierologici
Non sono esami di screening ma, in caso di dubbio, il ginecologo può prescrivere il dosaggio di alcuni marcatori tumorali, ossia di sostanze che, in presenza di tumore, sono rilevati nel sangue in quantità più elevate del normale. Il più importante è il CA 125, ma sono allo studio anche altri marcatori, come CA 19.9 ed HE-4. Si tratta tuttavia di valori che possono risultare alterati anche per altre cause (un valore alto di CA125 può indicare anche una gravidanza o la presenza del ciclo mestruale!) ecco perché, al momento, non vengono utilizzati come esami di screening, ma sono prescritti solo alle donne appartenenti a categorie di rischio.
I sintomi
Vaghi anche i sintomi del tumore all’ovaio: senso di pienezza anche se si mangia poco, gonfiore addominale, stitichezza o diarrea, incontinenza urinaria. Sono sintomi assai generici che possono avere svariate altre cause, ma conviene riferirli al medico se sono particolarmente frequenti o sono insorti da poco tempo.
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