In Italia, nei casi in cui vi è un'alta conflittualità tra genitori separati o divorziati, sta diventando sempre più assidua la nomina del coordinatore genitoriale.
Nello specifico, il coordinatore genitoriale è una figura che sta prendendo sempre più piede nel nostro Paese in ambito legale tra i Metodi alternativi di risoluzione delle controversie (ADR - Alternative Dispute Resolution), benché sia nata negli Stati Uniti negli anni '90 con il fine di tutelare i figli minori dai gravi danni psicologici legati ai casi di forti conflitti tra i genitori.
Abbiamo chiesto a Melissa Pattacini, psicologa clinica, di parlarci nello specifico della figura del coordinatore genitoriale.
La dottoressa Melissa Pattacini è psicologa dell'età evolutiva a Parma e coordinatore genitoriale. Si occupa anche di formazione per enti privati e scrive per la rivista Baby Magazine.
Coordinatore genitoriale, chi è e quale ruolo ha
«Il coordinatore genitoriale è una figura che opera nell'ambito della risoluzione alternativa delle controversie (ADR) ed è un profilo professionale nuovo nello scenario giuridico a noi noto, riconosciuto con la riforma Cartabia.
Il coordinatore genitoriale svolge un ruolo importante all'interno di una situazione di alta conflittualità tra genitori, in cui la negoziazione tra i due non funziona, ed è uno strumento per mantenere la bigenitorialità e garantire la cogenitorialità.
L'obiettivo del coordinatore genitoriale è tutelare i figli minori dai gravi danni psicologici legati ai casi di forti conflitti tra i genitori», specifica la dott.ssa Pattacini.
Coordinatore genitoriale, come viene scelto?
«Il coordinatore genitoriale può essere nominato dal giudice oppure le parti, cioè i genitori in situazione di conflitto, possono scegliere in modo autonomo il coordinatore genitoriale.
È da specificare che anche se il coordinatore genitoriale è indicato da un giudice, sono sempre le parti che lo vanno a nominare. Il contratto è sottoscritto dai genitori con gli avvocati.
Il coordinatore offre supporto nell'attuazione del piano genitoriale da questi concordato o stabilito, concentrandosi sugli interessi dei minori e intervenendo in caso di rischi gravi».
Ricordiamo che la figura del coordinatore genitoriale si differenzia da quella del mediatore familiare, che invece non assume autorità di decisione.
«Se prima non esisteva al riguardo un metodo strutturato e c'erano psicologi che si improvvisavano coordinatori genitoriali», chiarisce la Pattacini, «ad oggi ci sono corsi specifici che permettono di operare con tale qualifica. C'è anche uno specifico albo professionale».
Quali vantaggi può avere una famiglia che si rivolge al coordinatore genitoriale?
«Il vantaggio più significativo è per il minore, perché quando i genitori sono in conflitto purtroppo sono anche distratti e mettono in secondo piano i bisogni fisici, emotivi, psicologici del bambino.
Il coordinatore genitoriale porta l'attenzione sui figli, cerca e offre risposte per i bambini, riesce a recuperare alcune situazioni che si potrebbero aggravare irreversibilmente.
Altro vantaggio è la spesa economica: quando si è in alta conflittualità di solito si ricorre a consulenze tecniche d'ufficio, che però non portano cambiamenti concreti. Con il coordinatore genitoriale si abbassano i costi, riportando l'attenzione sul minore e dando risposte efficaci», afferma la dottoressa Pattacini.
Il coordinatore genitoriale può avere un effetto positivo anche sui genitori?
«Sì, il coordinatore può avere un effetto positivo anche sui genitori, che si riabilitano ad essere genitori e vedono in maniera più chiara la loro funzione nella relazione con i figli.
Nel momento in cui riscontra delle criticità, il coordinatore può anche suggerire ai genitori di intraprendere un percorso psicologico.
Nel contratto firmato dai genitori con il coordinatore è scritto che le decisioni sono prese insieme, ma se non si riesce a stabilire delle soluzioni efficaci, il coordinatore genitoriale ha comunque l'autorità per farlo».
Il coordinatore genitoriale può, ad esempio, essere rilevante nella scelta della scuola o dello sport cui iscrivere i figli, nell'organizzazione di lezioni di recupero scolastico o nella gestione degli orari per la riconsegna del minore all'altro genitore.
Come si diventa coordinatore genitoriale?
Il coordinatore è un professionista neutrale e competente, che fornisce supporto senza prendere parti.
È dunque possibile diventare coordinatore genitoriale «attraverso una formazione specifica e obbligatoria, può diventarlo uno psicologo, assistente sociale, mediatori familiare, educatore, pedagogista o avvocato: tutti professionisti che hanno grande esperienza nella gestione delle problematiche e del conflitto familiare.
Esistono dei Master post laurea in Coordinazione Genitoriale.
Ogni coordinatore genitoriale ha poi un tariffario personale che può andare, ad esempio, da 150 euro a 3000, il pagamento dipende dal tempo di lavoro impiegato», conclude la dott.ssa Pattacini.