Non solo fiato corto, denti gialli e alta probabilità di gravi complicanze cardio-respiratorie. L'industria del tabacco sta minacciando anche l'ambiente che ci circonda e lo stesso tessuto sociale globale.
Nel giorno del World No Tobacco Day, che come ogni anno ricorre il 31 maggio, l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) cerca di evidenziare aspetti meno noti, anche se egualmente distruttivi, dietro la piaga del fumo.
Oltre alle risapute conseguenze che la sigaretta comporta sul nostro fisico infatti, il vizio del fumo sta ostacolando il benessere dell'intera umanità. Da qui la scelta del tema per la Giornata Senza Tabacco 2017: "Tabacco, una minaccia per lo sviluppo".
Un sistema per nulla "etico"
Ecco i danni dovuti al'industria del tabacco, secondo i dati OMS:
- Spreco di risorse: Oltre sette milioni di malati all'anno che gravano per ben 1,4 miliardi di dollari sul sistema mondiale sia per le spese mediche, che per la mancanza produttività dovuta all'impossibilità di lavorare. Inoltre più di 860 milioni di poveri nel mondo utilizzano il 10% dei loro (pochi) ricavi per pagarsi il vizio del fumo. Più sigarette significano meno cibo, educazione e assistenza per la famiglia di un fumatore!
- Danni ambientali: Ogni giorno si disperdono nell'ambiente le sostanze nocive di circa 10-15 miliardi di sigarette. Tali emissioni avvelenano l'aria e aumentano il rischio di tumori.
- Minaccia a donne e bambini: il 60-70% del personale impiegato delle fabbriche e nelle coltivazioni di tabacco, è femminile. Ciò espone le lavoratrici a pericolosi rischi biologici. Per quanto riguarda i più piccoli invece, è stato dimostrato che il 10-14% dei giovani che crescono in famiglie impiegate nell'industria del tabacco, saltano la scuola per andare a lavorare nei campi.
«Il tabacco è il maggiore ostacolo allo sviluppo globale - afferma il Dott.Douglas Bettcher, Direttore del Dipartimento OMS per la Prevenzione delle Malattie Non Trasmissibili - Morti e malattie derivate dal tabacco sono veicoli di povertà, lasciano interi nuclei famigliari senza mezzi di sostentamento, dirottano le già scarse risorse all'acquisto di prodotti di tabacco invece che verso cibo e materiali scolastici, e costringe le persone a ingenti spese mediche»
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In Italia
Nel nostro Paese la situazione legata al fumo è piuttosto preoccupante, soprattutto per i più giovani.
Dati Istat alla mano, colpisce il fatto che il 52% dei bambini nel secondo anno di vita sia esposto quotidianamente al fumo passivo, mentre ben il 49% dei neonati e dei bambini fino a 5 anni vive con almeno un genitore fumatore ( nel 12% dei casi, i genitori fumano).
Anche i più grandicelli sono una fascia a rischio: il 23,4% degli studenti interpellati dai sondaggi fuma e ben il 7,6% lo fa quotidianamente.
Per combattere questa lotta contro la micidiale "bionda" sono moltissime le iniziative sul nostro territorio: proprio in occasione del No Tobacco ady, ad esempio, l'AIRC ha diffuso un'informativa sulle problematiche legate al fumo e ha lanciato una raccolta fondi per aiutare la Ricerca contro il cancro.
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