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Grecia: crollano le nascite

di Concetta Desando - 07.10.2013 - Scrivici

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La chiamano baby recessione perché nel Paese culla della civiltà occidentale un figlio è diventato un investimento proibitivo per molti. Il tasso di natalità è crollato del 15% negli ultimi quattro anni, il numero di aborti spontanei è aumentato del 21% e oltre il 26% delle famiglie con bambini è costretto a una dieta economicamente debole

In Grecia la crisi non colpisce solo l'economia: secondo l'Istituto per la salute dell'infanzia di Atene il tasso di natalità è crollato del 15% negli ultimi quattro anni (con 100.980 nuovi nati nel 2012 contro i 118.302 del 2008) come diretta conseguenza delle misure di austerity. Nel resto d’Europa, invece, il calo è stato “solo” del 3,5%, e benché sia stato di quattro volte inferiore ha talmente preoccupato la Commissione europea da spingerla a redigere un rapporto dal titolo eloquente: “Verso una baby recessione in Europa?”.

Sempre nel periodo 2008-2012, secondo i dati del ministero della Sanità greco, è inoltre aumentato del 21% il numero di aborti spontanei, passato da 3,31 a 4,01 per mille gravidanze.

Secondo l'Unicef, infine, oltre il 26% delle famiglie con bambini è costretto a “una dieta economicamente debole”. E il segretario generale del ministero della Sanità greco, Christina Papanikolaou, addebita la situazione proprio “all’aspra austerity e ai livelli record di disoccupazione, soprattutto tra i giovani”. Mentre il calo di natalità è “lo specchio del calo del 25% del nostro Pil dall’inizio della crisi”.

Una crisi che, nel Paese culla della civiltà occidentale, ha di fatto reso un figlio un investimento proibitivo per molti.

Anche in Italia nascite in calo, mentre Boom di nascite in Gran Bretagna

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