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A Piacenza il primo istituto "phonefree" italiano

di Luisa Perego - 17.09.2018 - Scrivici

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Fonte: Di Just dance / shutterstock
La campanella è suonata anche nel primo istituto phonefree, senza telefonini, italiano.  Prima di entrare in classe infatti, gli studenti del liceo San Benedetto di Piacenza, hanno dovuto riporre il proprio smartphone in una speciale tasca schermata. Potranno utilizzarlo di nuovo solo al termine delle lezioni

Una bella sorpresa (o cattiva, a seconda dei punti di vista) per gli studenti che rientreranno oggi in classe nel liceo San Benedetto di Piacenza.

Prima dell'ingresso in aula, al suono della prima campanella, gli studenti dovranno riporre in una tasca schermata e sigillata dal docente il proprio cellulare. Una tecnologia che arriva direttamente dall'America e che renderà di fatto inutilizzabile il cellulare, fino a quando non verrà sbloccato di nuovo dal docente dell'ultima ora di lezione, prima di tornare a casa.

"Potranno tenerla vicino a sé tutto il tempo, ma non potranno aprirla fino a che non verrà sbloccata al termine delle lezioni, ricreazione compresa. La sperimentazione oltreoceano si è dimostrata infatti utile soprattutto per l’educazione alla socialità dei teen-ager, che spesso si isolano anche nel contesto scolastico, perdendo così le poche occasioni di socializzazione di cui la scuola è ancora valida risorsa" specifica l'istituto in un comunicato.

Il nome del progetto americano e della custodia è "Yondr" ed è utile anche per prevenire episodi di cyberbullismo.

"Lo scienziato Stephen Hawking diceva di non smettere mai di guardare alle stelle. Il senso più profondo di questa novità è proprio aiutare gli studenti a togliere gli occhi dal display per alzarli al cielo, ad andare metaforicamente oltre, verso qualcosa di più elevato". Questo il commento riportato dall'Ansa del preside del liceo San Benedetto di Piacenza, Fabrizio Bertamoni, alla presentazione della "novità".

"Siamo la prima scuola phone-free d'Italia", continua. "Non lo consideriamo né un'imposizione né un divieto. Siamo invece convinti che sia un'opportunità per i nostri studenti di poter andare oltre".

E i genitori dei ragazzi come l'hanno presa? "Felicissimi - conclude il preside - Tutti quanti. Nemmeno una rimostranza, solo entusiasmo".

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