Il 20 settembre 2016 la Camera ha approvato con 242 sì, 73 no e 48 astenuti la proposta di legge, passata già da una modifica in Senato, che ridefinirebbe le regole in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, piaghe sempre più frequenti che insidiano in particolare le fasce più giovani.
Il via libera alla legge è capitato proprio nel bel mezzo del dibattito infiammato dai casi di Tiziana Cantone, toltasi la vita in seguito alle conseguenze di un video hard comparso impropriamente sulla rete, e della giornalista Sky Diletta Leotta, il cui cloud personale è stato hackerato per diffondere immagini personali e piuttosto intime.
TUTELE PER GLI UTENTI E IMMEDIATO OSCURAMENTO DEI CONTENUTI OFFENSIVI
Nella sostanza, le nuove normative prevedono la possibilità per chiunque, sia esso un minore, genitore o tutore di minore, di chiedere al gestore del sito Internet, del social media o di ogni altra rete di comunicazione elettronica (chat e messaggistica) «l'adozione di provvedimenti inibitori e prescrittivi a sua tutela» come la rimozione del contenuto ritenuto oltraggioso e l'oscuramento della pagina o del sito autore di tale contenuto. I dati originali però dovranno essere conservati, sia per una verifica delle autorità competenti, sia per un'eventuale ripubblicazione nel caso non si appurassero gli estremi per misure così drastiche.
Se il gestore dovesse tardare a soddisfare la richiesta dell'utente vittima di cyberbullismo, viene comunque prevista una tutela rafforzata dei diritti delle vittime, poiché il Garante per la protezione dei dati personali, controllerà l'effettiva adozione delle misure (entro 24 ore) e, in caso di verifica negativa, vi provvederà direttamente.

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LACCI TROPPO STRETTI?
Se rapidità e severità dei provvedimenti sono stati oggetto di plauso da parte della maggioranza, destano non pochi dubbi i criteri attuativi che determineranno cosa sarà e cosa non sarà considerato cyberbullismo, tanto che i 5Stelle (unici a votare contro), paventano la morte del diritto di satira.
Già il 27 luglio, le commissioni congiunte di Affari Sociali e Giustizia della Camera avevano definito il concetto di cyberbullismo
FONTE: Camera.it, Repubblica.it