Mandare il bimbo all'asilo nido oppure no? A volte il pensiero neppure si pone: non sempre si riesce a trovare posto o le liste d'attesa sono interminabili. Ne è la prova uno studio condotto da Eurydice, che su incarico del Ministero dell'Istruzione, opera nell'ambito della rete europea di informazione sull'istruzione.
Secondo Eurydice nelle materne italiane vanno il 98% dei bimbi (la media degli altri Paesi dell'Unione Europea è del 94%), un risultato molto positivo per il nostro Paese dato che l'obiettivo per gli Stati membri è che almeno il 95% dei bambini di 4 anni frequenti l’istruzione preprimaria (quella precedente all’inizio della scuola dell’obbligo).
All'asilo? Solo 1 bimbo su 4
Diversa però la situazione dei bimbi più piccoli. Per gli asili nidi siamo fermi al 25%. Solo un bimbo su quattro li frequenta.

Perché è importante l'asilo nido? È opinione condivisa che l’accesso a buoni servizi ECEC (acronimo che sta per Early Childhood Education and Care) porti grandi benefici a tutti i bambini, in particolare a quelli che provengono da contesti svantaggiati. Benefici che in seguito hanno una ricaduta positiva sulla società. Questo significa una riduzione di spesa pubblica futura per welfare, salute e giustizia.
E se in Italia solo 1 bimbo su 4 frequenta un nido, la situazione europea è diversa.
In Danimarca il 74% dei bambini sotto i 3 anni frequenta un centro ECEC. Seguono Olanda, Svezia e Francia con il 50%.
Inoltre Estonia, Slovenia, Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca garantiscono il diritto all’ECEC ad ogni bambino fin dalla nascita.

Importante è anche la questione sulla qualità degli asili. E' necessario quindi formare personale competente, migliorare l’insegnamento e l’apprendimento tramite l’offerta di linee guida educative e valutare il servizio per garantire il rispetto di standard di qualità.
Fonti per questo articolo: Eurydice e Erasmusplus.it

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