Cucchiaino o manine? Svezzamento tradizionale, con pappe e omogeneizzati, o autosvezzamento, con i cibi di mamma e papà?
Quando si tratta di scegliere come svezzare il proprio bambino uno degli aspetti in campo è il timore che possa soffocarsi. Molti genitori (e alcuni pediatri) pensano che il rischio sia più alto quando lo svezzamento è "guidato dal bambino", cioè è lui a portarsi alla bocca pezzetti di cibo "da grandi". Le cose, però, non stanno esattamente così, come conferma uno studio appena pubblicato dalla ricercatrice Amy Brown, della Swansea University, sull'International Journal of Nutrition and Dietetics.
I dati raccolti dicono chiaramente che i bambini che dai sei mesi in poi sono lasciati liberi di mangiare da soli cibi solidi afferrati con le mani non corrono affatto più rischi di soffocarsi rispetto ai coetanei ai quali vengono dati pappe e omogeneizzati con il cucchiaino
Lo studio ha coinvolto 1151 mamme di bambini tra i 4 e i 12 mesi, alle quali è stato chiesto di compilare un questionario dettagliato sulle modalità di alimentazione dei loro figli e su eventuali episodi di soffocamento: se davano loro cibi solidi (cioè diversi dal latte), che tipo di cibi (omogeneizzati, puree grossolane, alimenti da afferrare con le dita), se i bambini si erano mai soffocati. Nel complesso non sono state trovate differenze tra bambini che seguivano un vero autosvezzamento, quelli che seguivano uno svezzamento tradizionale e quelli svezzati con una modalità mista.
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Anzi: tra i bambini a cui erano andati di traverso i "finger food", erano più frequenti quelli svezzati in modo tradizionale rispetto a quelli che avevano seguito autosvezzamento o svezzamento misto, a indicare che il rischio aumenta per i bambini poco abituati a gestire questo tipo di alimenti.
Lo studio - i cui risultati andranno comunque confermati da altre indagini, magari su campioni più grandi - mostra inoltre che il rischio di soffocamento è più alto per alcuni cibi, per esempio quelli molto appiccicosi, come grossi pezzetti di pane morbido, o molto scivolosi (grossi pezzetti di melone, avocado, banana molto matura), ma anche per puree asciutte e un po' grossolane, date al bambino in grandi quantità.
Secondo Amy Brown, l'idea di non lasciare i bimbi mangiare da soli è legata al fatto che fino a non molto tempo fa lo svezzamento avveniva molto presto, prima dei quattro mesi, quando chiaramente i piccoli non sono in grado di gestire un cibo solido, perché non sanno ancora stare seduti e masticare e non hanno ancora sviluppato bene il riflesso che permette di espellere il cibo che va di traverso.
Dai sei mesi in avanti, però, le cose cambiano e l'autosvezzamento diventa tranquillamente praticabile.
A patto - questo è chiaro - di tenere sempre sotto controllo il bambino mentre mangia e di scegliere con attenzione i cibi da proporgli. Un comunicato dell'Università di Swansea ricorda quelli da evitare:
- Frutta secca a guscio intera (noci, nocciole, mandorle): fino ai cinque anni va proposta finemente sminuzzata;
- Cibi molto duri ma che possono facilmente frammentarsi in pezzetti rigidi, come fette di mela cruda o carote crude;
- Cibi gelatinosi come pezzi di salsiccia o gelatine dolci (da evitare anche per il contenuto di zucchero);
- Cibi appiccicosi, come grossi pezzi di pane morbido o di prosciutto crudo;
- Grossi pezzi di cibi scivolosi come melone, avocado o banana molto matura;
- Puree molto asciutte e grossolane: se date in grandi quantità possono incastrarsi in gola.
(credit foto: thepinkpeppercorn/Flickr)