Baby influencer e critica alle madri
La questione dei baby influencer occupa sempre più spazio nella discussione pubblica: nell'aprile 2022 la trasmissione Le Iene ha infatti mostrato alcuni bambini con un discreto seguito sui social, sollevando non poche polemiche. Adesso che nel Regno Unito Leah McQueen, mamma di Omari McQueen, food influencer appena adolescente, è apparsa in tv per parlare del figlio (e dei suoi guadagni) si riapre in maniera accesa il tema di baby influencer e critica alle madri.
Guadagni milionari e niente scuola
Omari McQueen ha aperto il suo primo account social a soli 8 anni: oggi ne ha 13 e si definisce chef vegano. Ma non si definisce soltanto, il ragazzino ha costruito un impero che comprende, oltre ai canali social con collaborazioni, anche un'azienda vegana, Dipalicious. La madre, intervenuta a Good Morning Britain e incalzata dalle domande, ha ammesso che il figlio guadagna cifre a sei zeri, ed è quindi milionario, e che non frequenta la scuola ma studia privatamente online da casa, anche - sempre secondo la madre - per i suoi problemi legati alla dislessia.
Il suo scopo, dice nell'intervista, non è guadagnare, ma far conoscere il più possibile una cucina gustosa che non faccia del male agli animali. È una vita già da adulto, la sua, per cui incontra personalità come il famoso chef Gordon Ramsey, oppure vola in Svezia a parlare proprio di dislessia. A Omari, confessa la madre, non interessano i soldi, non si compra niente, risparmia per aprire un ristorante di "pollo e patatine" vegano.
Intanto, il social professionale LinkedIn ha cancellato il suo account perché non ha ancora l'età minima, cioè 16 anni.
Le critiche alle madri per la presenza online dei figli
Mentre fino a qualche anno, quando ci si affacciava ai social, la discussione si concentrava sull'opportunità o meno di mostrare le foto dei figli minorenni, oggi siamo oltre: sono molti i bambini e le bambine che hanno un proprio account sui social (Instagram e TikTok principalmente, ma anche YouTube), anche se per tutti esiste un'età minima che parte da 12 anni.
Alcuni di loro hanno migliaia di follower e, come mostrava l'inchiesta de Le Iene, ricevono regali dalle aziende ogni giorno, spesso vengono anche pagati. In altri casi, invece, i bambini vengono inseriti nelle attività delle mamme influencer o aspiranti tali, che a loro volta ricevono regali o prodotti da sponsorizzare dietro compenso.
Le critiche alle madri sono molto diffuse, mentre più raramente si parla dei padri. È vero che sono state soprattutto le donne a ricavarsi una posizione professionale sui social, collaborando con le aziende e ottenendo anche introiti importanti, ma ovviamente, nella maggior parte dei casi, un padre c'è ed evidentemente è d'accordo. Anche se non direttamente coinvolti, accettano che i figli svolgano attività di influencer marketing con le madri o da soli, spesso appoggiandoli.
Criticare solo le mamme non ha senso, ma probabilmente bisognerebbe riflettere anche sulle polemiche rivolte ai genitori in generale. La stessa mamma di Justin Bieber ha fatto in modo di pubblicare i video del figlio su YouTube, e il resto è storia. La madre di Omari McQueen gestisce e lo consiglia con professionalità. Ci sono talenti che possono trovare la propria strada molto presto, anche grazie ai social network che, volenti o nolenti, fanno parte della vita di questi bambini e ragazzi come non è stato invece per i loro genitori.
Chi non ha talenti probabilmente avrà vissuto solo una breve pausa in cui ha ricevuto regali e guadagnato un po' di soldi, chi invece ha qualcosa da dare o da dire continuerà la sua strada.
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