Un neonato di appena quattro mesi, affetto da una rarissima malattia, è stato abbandonato dai genitori ad agosto subito dopo il parto all'Ospedale S. Anna di Torino. Il piccolo si chiama Giovannino (nome di fantasia per tutelare il piccolo e riportato da tutti i giornali) e ha una rara patologia della pelle, la cosiddetta "Ittiosi Arlecchino".
Come riportano Il Corriere e Il Messaggero, Daniele Farina, primario di neonatologia del Sant'Anna, ha definito quella della mamma e del papà di Giovannino «una scelta che non giudichiamo, senza dubbio presa con grande sofferenza».
Il piccolo sta bene, nonostante la malattia
Il piccolo Giovannino sta bene, per fortuna, nonostante la pelle delicatissima, che non gli consente di avvicinarsi alla luce. Il bambino ha una grave malattia, l'Ittiosi Arlecchino. Chi ne è affetto ha la pelle ricoperta da una membrana lucida e da varie placche - somiglianti alle pezze della celebre maschera Arlecchino (da qui il nome) - che coprono tutto il corpo. Questa rara malattia genetica aumenta il rischio di infezioni anche mortali, soprattutto in tenera età. Giovannino a parte la sua pelle delicatissima è un bambino come gli altri e non ha nessun problema neurologico.
Oggi vive nel reparto di terapia intensiva neonatale al Sant'Anna, accudito dal personale, ma per regolamento l'ospedale può farsene carico solo fino al sesto mese.
LEGGI ANCHE: Malattie rare, le vostre storie più emozionanti
Gara di solidarietà per Giovannino
In questi giorni, all'Ospedale S. Anna e ai servizi sociali di Torino, stanno arrivando tante telefonate da parte di famiglie o single che si propongono per l'affidamento del neonato. Anche la "Piccola Casa della Divina Provvidenza" (Cottolengo) si è dichiarata disponibile per accogliere Giovannino: lo ha dichiarato don Carmine Arice, il quale ha scritto una lettera al bambino, pubblicata oggi dal quotidiano "La Stampa". Ne pubblichiamo un estratto:
«Caro Giovannino, quando questa mattina abbiamo letto la tua storia, così breve ma già così importante, ci è venuto subito nel cuore il desiderio di accoglierti tra noi. Sai, don Giuseppe Cottolengo ha voluto una casa proprio per quanti fanno fatica a trovarne una perché la loro situazione di vita o di salute era particolarmente difficile. E così vogliamo continuare a fare anche noi. Sai, alcuni pensano ancora a casa nostra come un luogo dove abita gente che è bene non mostrare in giro, o che è segregata chissà in che modo. In realtà, sempre di più la Piccola Casa che, se sarà necessario, è disposta ad essere la tua casa, sta modulando risposte diverse a domande diverse.».
Daniele Farina ha affermato: «Per noi, il neonato può lasciare l’ospedale.
Una famiglia è senz’altro il contesto migliore in cui può crescere, ma è chiaro che un bimbo in questa situazione richiede una cura costante, di 18 ore al giorno, che corrispondono a tutte quelle in cui non dorme».
Purtroppo per la malattia del bambino non esistono cure, l'unico "sollievo" è mettere, due o tre volte al giorno, con oli e creme perché si riduca il rischio di sviluppare infezioni.
TI PUO' INTERESSARE ANCHE: Affetta da 4 malattie rare, è diventata mamma: la storia di Caterina Simonsen
GUARDA ANCHE LA GALLERIA FOTOGRAFICA:
Hope toys, giocattoli creati per i bimbi disabili
vai alla galleryGli "Hope toys" sono giocattoli creati per i bimbi disabili al fine di non far loro percepire la disabilità. L'ideatrice è una mamma in pensione, Maria Kentley, da...
Aggiornato il 07.11.2019