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Boomers, Millennials, Zers: caratteristiche e differenze tra generazioni

di Sara De Giorgi - 28.11.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quali sono le caratteristiche delle ultime generazioni? Abbiamo chiesto un approfondimento su Boomers, Millennials, Zers allo scrittore Diego Martone, che ci ha anche dato un consiglio per aiutare l'ultima generazione, la Z, ad affrontare il futuro con fiducia.

In questo articolo

Quali sono le varie caratteristiche di ogni generazione e, soprattutto, dell'ultima, la cosiddetta Generazione Z, formata anche dai preadolescenti e dagli adolescenti odierni?

Lo ha spiegato Diego Martone, scrittore, fondatore di Demia (società di consulenza strategica e ricerche di mercato) e professore presso la facoltà di psicologia di Trieste, nel libro Senza età. Come generazioni diverse coesistono e insieme creano valore (casa editrice Egea).

Martone ha proposto una fotografia accurata di Silent Generation, Baby Boomers, Generazione X, Millennials e Generazione Z, indagandone peculiarità, differenze e relazioni reciproche. Gli abbiamo chiesto di parlarci del libro e di darci un consiglio per aiutare l'ultima generazione ad affrontare il futuro con fiducia e senza eccessiva incertezza. 

Boomers, Millennials, Zers e non solo. Generazioni, caratteristiche principali

Per lo scrittore le generazioni trovano una definizione che non è univoca, perché basata su considerazioni fatte dagli studiosi, relative in particolare al formarsi del DNA generazionale durante l'adolescenza/prima età adulta.
 
«Tuttavia la suddivisione che ho adottato rispecchia quella che è riscontrabile più frequentemente a livello internazionale. Riportiamo le varie generazioni con la stima dell'ISTAT della loro consistenza numerica a fine 2021 in Italia:
 
  1. la GENERAZIONE PERDUTA o Generation Lost, nati tra il 1883 e il 1900, ormai di fatto praticamente estinta.
  2. la GREATEST GENERATION (o Generazione G.I.) comprende le persone che hanno combattuto la Seconda guerra mondiale, nati tra il 1901 e il 1927 e che hanno vissuto nell'infanzia e nella gioventù gli effetti della Grande Depressione. Si tratta ormai di una generazione molto marginale (250 mila persone) che comprende al suo interno uomini e donne con più di 95 anni.
  3. la SILENT GENERATION (o Traditional) comprende i nati tra il 1928 e il 1945, alle prese con il secondo dopoguerra, le trasformazioni portate dal piano Marshall e la suddivisione del globo in zone di influenza tra Stati Uniti e URSS. Nel 2022, tale segmento di popolazione abbraccia i 77-94enni. Si contano 6 milioni e 250 Silent.
  4. i BABY BOOMERS sono i nati tra il 1946 e i primi anni Sessanta (1964) caratterizzati da una vera e propria esplosione demografica (da cui il nome), spesso associati al capovolgimento di valori consolidati e a reazioni rispetto allo status quo, primo fra tutti la rivoluzione culturale di costumi e la liberazione sessuale avvenuta a partire dal 1968 in poi. Al 2022 questo segmento abbraccia i 58-76enni che rappresentano la fascia di popolazione ancora alla guida del Paese nella stragrande maggioranza sia del settore pubblico sia di quello privato, ma in relativa rapida sostituzione a vantaggio della Gen X. La stima è di 14 milioni di Boomers.
  5. la GENERAZIONE X (o Gen X) rappresenta i nati tra la metà degli anni Sessanta (1965) e l'inizio degli anni Ottanta (1980), segue la generazione dei Boomers e viene descritta come composta da differenti venature al suo interno, con una eterogeneità che viene accomunata da una nuova visione inclusiva sotto molti punti di vista, tra i quali le differenze di etnia, religione, classe sociale, cultura, linguaggi, identità e orientamenti sessuali. Si tratta di membri con un'età compresa tra i 42 e i 57 anni, ovvero la fascia in piena attività lavorativa e in fase di rimpiazzo dei Baby Boomers nelle posizioni apicali. Sono 14 milioni e 750 mila gli Xers.
  6. la GENERAZIONE Y o Millennials rappresenta i nati nell'ultimo ventennio del XX secolo, ovvero tra il 1981 e il 1996 (alcuni studi indicano il 2000, altri il 2004); sono cresciuti insieme ai personal computer e alle prime consolle casalinghe di videogiochi, entrando così progressivamente (e completamente) nel mondo digitale; sono i primi a essere cresciuti con il concetto di essere cittadini europei oltre che italiani. Si tratta della fascia di giovani – dai 26 fino ai 41 anni nel 2022 – che si stanno affacciando al mondo lavorativo e che ne stanno subendo la precarizzazione. Si stimano essere 10,6 milioni i Millennials italiani.
  7. la GENERAZIONE Z rappresenta i nati a cavallo del Duemila (1997) e gli anni seguenti. Sono i primi veri nativi digitali al punto da non riuscire a immaginare un mondo senza connessioni (concettualizzano la rete al pari dell'acqua e dell'elettricità presenti in casa). Sono nel pieno della formazione del proprio DNA di coorte in questi anni. Poco meno di 9 milioni e 200 mila gli Zers (se ci si ferma nel conteggio ai nati nel 2012)».

Abbassamento della natalità in Italia, cosa accadrà nel 2050?

Secondo Diego Martone la denatalità dell'Italia è un fenomeno noto da tempo e di difficile soluzione.
 
«Per garantire un ricambio generazionale il numero da tenere d'occhio è quello del tasso di fecondità, ovvero i figli per donna: sopra a 2,1 significa una società in espansione, 2,1 in equilibrio, al di sotto si tratta di un ricambio insufficiente.
 
Nel 2022 la media in Italia è stata di 1,24 (in discesa dal 1,35 del 2015) e si è registrato un aumento di età al parto del primo figlio 32,1 (era di 31,9 nel 2017).
 
Le proiezioni dei demografi di conseguenza parlano chiaro: nel 2050 saremo 54 milioni di italiani residenti nello stivale a fronte dei quasi 60 milioni di adesso. Ma con un innalzamento considerevole della longevità che acuirà lo sbilanciamento demografico nel rapporto tra over 65 e under 30, con tutte le conseguenze del caso, in primis nel mondo del lavoro».

Generazione Z, un suggerimento per affrontare il futuro

«Il futuro per le generazioni più giovani rappresenta sicuramente un incognita di difficile soluzione, non solo per l'incertezza che regna in questi anni su molti versanti, ma anche perchè il futuro è materia ostica per l'essere umano in genere.
 
Immaginare il futuro infatti è un compito molto difficile e quello che si registra è un accorciamento molto pronunciato negli orizzonti temporali delle nuove generazioni: quando si parla di futuro nella loro mente si sta parlando di mesi e non di anni.
 
Tuttavia questo ha un risvolto positivo: sono flessibili e pronti a modificare il proprio assetto in modo rapido e senza percepire i cambi come una sconfitta.
 
La precarietà li ha abituati a non vedere le proprie traiettorie di vita in modo statico e quindi hanno una plasticità che li aiuta ad affrontare quel che verrà.
 
Il consiglio che si può dare loro quindi è quello di perseverare nella loro capacità di adattamento, che sebbene non offra un profilo di stabilità nel tempo, può essere una soluzione nell'immediato che può aprire prospettive nel medio periodo». 

Generazione Z, chi sono gli adolescenti odierni?

«Descrivere in poche parole una generazione rischia di essere non solo riduttivo, ma anche in opposizione con l'intento del libro che è quello di andare oltre agli stereotipi e alle definizioni superficiali che possono caratterizzare il sistema valoriale, i comportamenti, le traiettorie di vita e le aspirazioni di una generazione.
 
Mi permetto quindi di invitare i lettori a considerare l'acquisto del testo per riuscire ad affrontare queste analisi con una prospettiva diversa da quella tradizionale di classificazione e vedere come ciascuna generazione descrive sé stessa e le altre e quindi come viene anche descritta da tutte le altre.
 
Non è così scontato infatti il rapporto che si instaura e che matura nel tempo, in particolare quando appartenenti di generazioni diverse sono "costrette" a vivere insieme la propria quotidianità (si pensi ad esempio contesto sportivo o scolastico, ma anche a quello lavorativo e familiare)».

“Senza età. Come generazioni diverse coesistono e insieme creano valore”. Il libro e l'autore

«La genesi del libro è la naturale conseguenza del lavoro di osservazione e ricerca di comprensione che sto svolgendo da molti anni dalla prospettiva generazionale. Nel mio lavoro di consulenza per le aziende la suddivisione per classi di età della popolazione trova da sempre spazio, ma non sempre riesce a cogliere quello che nella società avviene.
 
Se pensiamo ad esempio ad un'analisi sui 18-24 anni di 20 anni fa ed una svolta ora e tentiamo un confronto, è evidente che stiamo mettendo allo specchio persone che ora hanno 38-44 e che sono immerse in una cultura e in una società molto differente. Ma soprattutto posseggono ed utilizzano linguaggi e riferimenti culturali parzialmente differenti, sviluppati in momenti storici molto distanti: una cosa è stata avere 18 anni durante il crollo delle torri gemelle, una cosa è esserlo con la guerra Russo-Ucraina ora, con tutto quello che ne consegue
 
La capacità quindi di circoscrivere e descrivere gruppi diversi, peraltro molto numerosi, e di vederne le differenze è quindi il punto di partenza, ma non quello di arrivo del libro, che invece va alla ricerca della piattaforma di possibili terreni di ulteriore collaborazione e dialogo generazionale, oltre a quelli già esistenti, nell'ottica di un patto intergenerazionale che può risultare, invece che una sterile contrapposizione, una fattiva integrazione di intenti ed obiettivi», conclude lo scrittore.
 
Diego Martone è un consulente aziendale che lavora in affiancamento e partnership con i clienti sia sul versante dell'individuazione di trend e relativi insight che nella definizione di strategie prevalentemente basate sulle evidenze dei dati. Ha lavorato in particolare nei settori Finance (banche, assicurazioni, servizi finanziari), GDO, Telecomunicazioni, con particolare riferimento negli ultimi decenni agli aspetti tecnologici e digitali, curando osservatori e indagini sia a livello italiano che internazionale.
 
Ha scritto alcuno libri di metodologia della ricerca sociale e di marketing e un testo dedicato ai Millennials (il primo testo monografico generazionale in Italia su di loro). Dal 2015 la sua società di ricerche e analisi, "Demia studio associato", è riconosciuta come la più importante realtà che conduce studi e analisi di tipo generazionale.

Diego Martone

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