Uno spintone, un insulto. Uno scherzo di cattivo gusto. Un tag a una foto pubblicata su Facebook che invece dovrebbe invece restare anonima. Un ricatto su WhatsApp. Sono tanti i gesti che possono nascondersi dietro agli atti di bullismo e cyberbullismo. E il bullismo, in tutte le sue forme è una realtà presente tra giovani e adolescenti.
I consigli ai genitori
Da qui e dal caso della ragazzina 12enne di Pordenone era nata l'idea di un Vademecum poi elaborato da Sip, la Società Italiana Pediatria, Polizia di Stato e Facebook per autare i ragazzi, ma soprattutto i genitori, ad affrontare e superare il disagio.
Oggi, a pochi giorni dalla prima Giornata Nazionale contro il bullismo, ricordiamo le linee guida da adottare per approcciare un argomento così delicato.
Il primo consiglio? PARLARE. Genitori, parlate con i vostri figli. Secondo consiglio: create un circuito di informazione coinvolgendo la scuola e i pediatri. Terzo: prevenire. La prevenzione è l'unica arma.
I ragazzi vittime del bullismo hanno spesso tratti comuni, come la scarsa integrazione nell'ambiente scolastico e la tendenza all'isolamento: due campanelli d'allarme da non trascurare secondo Pietro Ferrara, dell'Istituto di Clinica pediatrica dell'Università Cattolica e referente nazionale per maltrattamento e abuso della Società italiana di pediatria (Sip).
I consigli per i ragazzi
Che cosa può fare un ragazzo vittima di bullismo? La Polizia Postale, da anni impegnata in campagne di sensibilizzazione e prevenzione su rischi e pericoli connessi soprattutto al web, consiglia ai ragazzi di:
- raccontare a genitori, insegnanti o a persona adulta di fiducia le prepotenze subite, in modo da valutare se sporgere denuncia;
- non rispondere alle persecuzioni ma salvare tutti i messaggi minacciosi, annotare i tempi delle telefonate, i luoghi virtuali della persecuzione, per circostanziare al meglio l'eventuale denuncia;
- cambiare il proprio indirizzo e-mail o il numero di cellulare se possibile;
- segnalare a https://www.commissariatodips.it/ comportamenti scorretti e vessatori subiti online. E' anche possibile scaricare gratuitamente l'App del Commissariato online dagli store Apple e Play Store.
I consigli per gli insegnanti
Che cosa può fare invece un insegnante per individuare sul nascere un potenziale bullo? Spesso infatti sono situazioni e dinamiche che nascono tra adolescenti e ragazzini sui banchi di scuola.
I consigli della Polizia di Stato.
- Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata
- Si possono istituire "cassette delle prepotenze" dove lasciare dei biglietti con su scritto quello che succede;
- È importante abituare i ragazzi a raccontare ciò che accade e a non nascondere la verità
- Se l'insegnante individua un bullo o una vittima, per aiutarlo è necessario parlare subito con lui di ciò che gli accade
Leggi anche: come capire se il bambino è vittima di bullismo
Fonti: Polizia Postale e Polizia di Stato

Le parole che feriscono i bambini
vai alla galleryL'idea alla base del progetto "Weapon of Choice", la scelta dell'arma, è quello di creare una rappresentazione visiva dei danni emotivi che gli insulti verbali possono fare.
Le prepotenze più comuni sono: offese con brutti soprannomi, parolacce o insulti (12,1%), derisione per l'aspetto fisico e/o il modo di parlare (6,3%), diffamazione (5,1%), esclusione per le proprie opinioni (4,7%), aggressioni con spintoni, botte, calci e pugni (3,8%).
Aggiornato il 01.02.2017