La Procura cerca di far luce sul caso degli Spedali Civili di Brescia dove martedì scorso un bimbo nato prematuro e con una situazione clinica già piuttosto preoccupante ha perso la vita dopo aver contratto in ospedale il batterio killer Serratia marcescens.
È fresca di poche ore infatti la notizia che l'intera equipe medica del reparto di terapia intensiva neonatale della struttura è stata iscritta al registro degli indagati: un atto "dovuto, come è stato definito, per consentire ai dottori sotto inchiesta di poter nominare un proprio consulente durante l'autopsia sul corpo del bambino che verrà eseguita domani.
I fatti
Martedì 7 agosto il piccolo Paolo era deceduto a causa del batterio Serratia marcescens che il bimbo aveva contratto in ospedale insieme al gemellino e altri otto infanti ricoverati presso la struttura.
In seguito alla tragedia, i vertici degli Spedali Bresciani hanno chiuso il reparto e avviato prontamente un'indagine per cercare il primo focolaio dell'epidemia e accertare le cause del decesso.
«Il 20 luglio - ha spiegato l'ospedale - è stata identificata una condizione di malattia da serratia marcescens in due neonati, con isolamento del germe da emocolture (del 18 e 19 luglio) ed a un terzo neonato sono stati riscontrati segni clinici di congiuntivite, con isolamento del microrganismo da tampone oculare (effettuato il 19 luglio). I primi due casi diagnosticati sono andati progressivamente migliorando ed attualmente sono in via di risoluzione, purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico ed un quadro clinico che è progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate, ha cessato di vivere».
Ora l'altro gemello è ancora degente e sotto osservazione insieme ad altri 6 piccoli pazienti, con la situazione clinica che va aggiornata di ora in ora.