1.7 miliardi di chili. Questa è la quantità di olio di palma che è stata importata in Italia nel 2014. Un quantitativo record, con un aumento del 19%. Questi i dati che emergono da un'analisi della Coldiretti, che lancia l'allarme sull'invasione nel mercato di prodotti a base di olio di palma, proprio nella patria dell'olio extravergine di oliva.
Come sottolinea Coldiretti: ''L’olio di palma per il basso costo e la scarsa informazione tende a sostituire grassi più pregiati praticamente ovunque e anche in alimenti per bambini come biscotti, merendine, torte e addirittura nel latte per neonati, con quantitativi importati in Italia che sono aumentati di dieci volte negli ultimi 15 anni, ma che ora si possono riconoscere dall'etichetta''. Dal 13 dicembre dello scorso anno infatti,
non è più possibile ingannare il consumatore nascondendo, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di oli o grassi tropicali a basso costo (come per esempio olio di palma, di cocco o di cotone). Ora tra gli ingredienti si deve specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato.
Come precisa Coldiretti: "Per consentire scelte di acquisto consapevoli da parte dei consumatori è stato introdotto il 13 dicembre 2014 nella legislazione comunitaria l’obbligo di specificare in etichetta la natura dell’olio eventualmente utilizzato nei prodotti alimentari confezionati. Non è più possibile pertanto utilizzare la dicitura generica olio vegetale, giocando sul fatto che nella nostra tradizione quando si pensa all'olio si pensa a quello di oliva, ma si deve indicare con precisione di quale olio si tratta. Per i prodotti venduti sfusi al forno o in panetteria deve essere sempre esposto e a disposizione dei consumatori, l’elenco degli ingredienti utilizzati''.
Prima di comprare un prodotto quindi, attenzione all'etichetta e a quello che c'è scritto.
Olio di palma: uno dei responsabili dell'aumento del colesterolo cattivo
Come spiega la nutrizionista Lucia Titta nel libro "I cibi che aiutano a crescere", esistono due tipologie di grassi: i grassi saturi e quelli insaturi.
I grassi saturi sono presenti nei prodotti di origine animale e negli oli vegetali tropicali (appunto nell'olio di palma, ma anche in quello di cocco) e "sono da tenere maggiormente sotto controllo perché sono responsabili dell'aumento del colesterolo cattivo (LDL) che fa male al cuore".
I grassi insaturi si trovano negli oli vegetali, come olive, noci, nocciole, e nel pesce. "Tra questi vi sono i famosi Omega-3, acidi grassi capaci di far diminuire il colesterolo cattivo e aumentare quello buono (HDL)."
Dato che i grassi contengono circa 9 calorie per grammo, la parola chiave sempre è "moderazione", anche con gli alimenti che sono fonte di grassi salutari. (Leggi anche: OCSE, bambini italiani sempre più grassi)
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Un problema per la salute ma anche per l'ambiente
Ma l'olio di palma non è un rischio solo per la nostra salute. E' una minaccia per le foreste a causa del disboscamento selvaggio. ''Alle preoccupazioni per l'impatto sulla salute a causa dell'elevato contenuto di acidi grassi saturi si aggiungono peraltro quelle dal punto di vista ambientale perché - come dichiara la Coldiretti - l'enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento selvaggio di vaste foreste senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione''. Leggi anche: IL BAMBINO SANO MANGIA COSI'
Fonti:
Marco Bianchi, Lucilla Titta, "I cibi che aiutano a crescere", Ed Mondadori
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