"Quando sono nato io, nel 1983, mio padre è stato a casa dal lavoro un solo giorno, usando un giorno di ferie. Quando mia moglie, Serena Williams, ha partorito nostra figlia Olympia, nel 2017, io ho preso 16 settimane di congedo parentale pagato che mi spettavano a Reddit (sito di social news e intrattenimento, NdR), l'azienda che avevo contribuito a fondare e che in quel momento stavo dirigendo".
Si apre così il racconto della paternità di Alexis Ohanian, imprenditore, oggi alla guida di Initialized Capital, pubblicato sul sito del New York Times. Ohanian è uno strenuo sostenitore dell'importanza del congedo parentale per i neopapà: ha anche partecipato a un'imponente campagna pubblicitaria americana a favore del congedo e nell'articolo sul New York Times torna sull'argomento, spiegando perché stare a casa con Olympia è stato così importante per lui.
Quando nasce un bambino, per mamme e papà che lavorano le cose funzionano in modo diverso negli Stati Uniti rispetto all'Italia. Circa una donna su quattro, negli Usa, torna al lavoro entro due settimane dal parto e meno di un uomo su cinque ha diritto a una paternità pagata. Solo il 9% dei posti di lavoro offre un periodo di paternità pagato, e circa il 76% dei neopapà torna al lavoro entro una settimana dalla nascita o dall'adozione di un figlio. Non solo: anche chi ha diritto a un congedo retribuito molto spesso non lo richiede, perché ritiene di non potersi permettere di allontanarsi dal lavoro.
"Prima dell'arrivo di Olympia – racconta Ohanian – non avevo mai pensato molto alla questione del congedo di paternità, e a dirla tutta la politica di Reddit di offrire un periodo pagato di quattro mesi non era stata una mia idea. L'aveva proposta la vice presidente Katelin Holloway, sembrava OK e allora: perché no?"
"Poi Olympia è nata, dopo gravi complicazioni del parto che hanno costretto Serena a un cesareo d'emergenza, mettendola a rischio della vita. Quando siamo tornati a casa, Serena aveva un buco nell'addome che richiedeva medicazioni quotidiane, prendeva farmaci e non poteva camminare. Abbiamo avuto la fortuna di poter godere di molti aiuti, a casa, ma nonostante questo e nonostante il fatto che io potessi concentrarmi esclusivamente sulla mia famiglia, senza preoccuparmi del lavoro, è stato un periodo molto difficile. Sono davvero grato che non mi sia mai stato richiesto di scegliere tra la mia famiglia e il mio lavoro".
"Non biasimo i papà che non restano a casa dopo l'arrivo di un bimbo: la nostra cultura rende questo gesto molto difficile".
"Gli Stati Uniti sono l'unico paese industrializzato al mondo che non ha reso obbligatoria una qualche forma retribuita di congedo parentale, ma anche nei paesi in cui è previsto un congedo per papà, meno della metà ne gode pienamente, nonostante la maggior parte di loro desiderino effettivamente passare a casa i primi mesi di vita del bambino" (i dati riportati da Ohanian sono quelli di uno studio dell'associazione no profit Promundo).
Ma perché anche i papà che possono permetterselo non si prendono questo benedetto congedo? "La risposta breve è questa domanda è: per paura dello stigma. Gli uomini sono condizionati a essere i breadwinners, coloro che portano a casa il pane, e così andiamo al lavoro anche quando ci spetterebbe di non farlo". In più c'è il timore che il capo non veda di buon occhio la richiesta del congedo, "e così neanche la facciamo".
Ohanian cita in proposito uno studio di PL+US, secondo il quale l'84% dei futuri papà pianifica di prendere un periodo di congedo, ma solo la metà è convinta che il datore di lavoro li sosterrà nella richiesta. Circa un terzo, infine, ritiene che stare a casa dopo l'arrivo di un bebè possa avere un impatto negativo sulla carriera, facendo perdere opportunità di avanzamenti o aumentando il rischio di licenziamento.
"Capisco benissimo che non tutti i neopapà abbiano la flessibilità necessaria per andare in congedo senza paura che questo possa avere ricadute negative sulla loro carriera, ma a questi papà mi sento di dire che il congedo ripaga. Per questo io incoraggio di dipendenti di Initialized Capital a prenderlo: di recente abbiamo avuto tre papà in congedo contemporaneamente".
Ohanian è convinto che aver passato del tempo con sua figlia quando era appena nata l'abbia reso un papà migliore. "Come figlio unico e senza cugini, non avevo mai tenuto in braccio un neonato prima di Olympia. All'inizio avevo il terrore di 'romperla', ma ho imparato a calmare il suo pianto, a farla addormentare, e a gestire i suoi primissimi anni con una certa facilità". Non solo: "Utilizzare il congedo – aggiunge l'imprenditore – mi ha permesso da subito di condividere le responsabilità dell'essere genitori. Adesso nessuno si stupisce se cambio pannolini, do la pappa a Olimpia o la pettino. Sono cose da papà, non cose da babysitter!"
"La comprensione delle mie responsibilità di cura in quei primi mesi mi ha dato una prospettiva diversa sulla paternità in generale.
Non è sempre facile: mia moglie e io viaggiamo molto e siamo spesso lontano da casa, ma faccio tutto il possibile per ottimizzare il tempo che passo con Olympia e Serena".
Insomma, conclude Ohanian, "tutti meritano un lavoro gratificante e stretti legami familiari. Nessun papà dovrebbe essere costretto a dare priorità al lavoro rispetto alla famiglia in un momento così critico com'è l'arrivo di un bambino. Un momento che non è solo critico in sé, ma ha conseguenze a lungo termine negli anni a venire. Mettere i papà – e, in generale – le famiglie – in condizioni di cominciare bene la nuova avventura non può essere solo una questione individuale. Abbiamo bisogno di una legge che renda obbligatorio il congedo parentale dopo l'arrivo di un bambino".
In attesa che questo accada, Ohanian si rivolge direttamente ai neopapà: "Lasciate che io sia la vostra copertura. Ho usufruito del mio congedo per intero, ma sono ancora una persona ambiziosa, che si preoccupa della sua carriera. Parlate con il vostro capo, e dite che vi mando io".