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Coppia dell'acido: il figlio è adottabile

di Federica Baroni - 07.10.2016 - Scrivici

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Secondo la relazione finale del Tribunale dei minori Alexander Boettcher e Martina Lavato, la coppia condannata per una serie di aggressioni con l'acido, non avrebbero la capacità genitoriale per crescere il loro bambino. Durante attente osservazioni gli esperti hanno infatto rilevato la totale inadeguatezza di entrambe le figure genitoriali nel rapporto col bambino.

Il piccolo Achille, che ha da poco compiuto un anno, verrà dato in adozione.

"Il minore deve essere subito collocato ai fini adottivi, presso famiglia scelta fra quelle idonee" così si è espresso il Tribunale per i minorenni in merito al figlio di Martino Levato e Alexander Boettcher, la coppia dell'acido.

Leggi anche: Coppia dell'acido: secondo i periti non possono fare i genitori

Il Tribunale ha anche disposto l'immediata sospensione di ogni tipo di rapporto dei genitori con il bambino. Quindi si concluderanno le visite settimanali che erano state fino ad ora concesse nel carcere di San Vittore.


Il pubblico ministero Annamaria Fiorillo aveva chiesto che il bimbo venisse dato in adozione appena nato. La decisione però era stata rinviata per poter verificare l'effettiva capacità genitoriale della coppia e dei nonni.
Ma dopo un anno di perizie e approfondimenti, gli esperti hanno rilevato "l'inadeguatezza di entrambe le figure genitoriali nel rapporto col bambino".


Secondo i periti Martina vive "un vuoto" nel suo rapporto col bambino, non riesce a pensare al piccolo come distinto dai propri interessi; e Alexander ha dimostrato una totale assenza di empatia.

Nel rapporto si legge che Il bambino deve essere subito allontanato, altrimenti si troverebbe "a subire traumatismi, lutti non elaborati, segreti, non detti".


Le perite Simona Taccani e Cecilia Ragaini sono giunte a queste conclusioni dopo aver osservato attentamente come i famigliari si relazionavano con il piccolo. E durante queste verifiche è emerso che "nessuno ha provato ad ascoltare il bambino, a mettersi in sintonia con lui, né ha accettato i consigli delle educatrici".


Vicino ai suoi familiari, il piccolo è spesso caduto nel torpore, "ha usato massicciamente l’addormentamento come difesa", per riprendere poi a sorridere e a interagire con le educatrici subito dopo la fine degli incontri.

I giudici hanno anche escluso l'affidamento ai nonni materni e alla nonna paterna.

Martina Levato è però intenzionata a presentare ricorso in appello.

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