Martina Levato e Alexander Boettcher, la coppia già condannata per una serie di aggressioni con l'acido ai danni di quattro giovani, non avrebbero la capacità genitoriale necessaria per crescere e accudire il loro bambino. La soluzione migliore per il neonato è quindi l'affido a una famiglia estranea.
Così si legge nella prima perizia stilata dalle esperte nominate dal Tribunale dei minori: la neuropsichiatra infantile Cecilia Ragaini e la psichiatra psicoanalista Simona Taccani.
Per le perite il piccolo, nato 9 mesi fa, non deve essere affidato né a Martina, che aveva richiesto l'affido esclusivo, né ad entrambi i genitori e neppure ai nonni.
Nella relazione è stato messo nero su bianco che "nessuno di loro è adeguato a crescere il minore e per il suo bene, deve essere allontanato in via definitiva dall’intera cerchia familiare".

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Per arrivare a questo esito le esperte hanno seguito i genitori detenuti e i nonni per quattro mesi. In questi incontri hanno anche potuto osservare come si comportavano verso il bambino.
E la conclusione è stata piuttosto netta: Martina è risultata avere "forti elementi disfunzionali e dinamiche psicologiche che mal si conciliano con un ruolo materno".
Mentre i nonni non avrebbero la capacità accuditiva necessaria in quanto resterebbero legati ai figli prima che al nipote: "il minore - si legge nella perizia- rimanendo nell’ambiente familiare, si troverebbe a dover gestire il pregiudizio causato dal fatto stesso di avere quei genitori".
Inoltre a pesare sulla scelta di non lasciare ai genitori il bambino ci sarebbe anche l'entità della pena: Martina deve scontare ben 27 anni e Alexander 37.
La battaglia legale però non finisce qui: entro il 7 giugno i consulenti di parte potranno consegnare le loro osservazioni e per la relazione finale si dovrà attendere il 14 giugno. Saranno poi i giudici minorili a pronunciarsi sul destino del piccolo.