Martina Levato separata dal figlio appena nato. La ragazza, condannata per le aggressioni con l'acido nei confronti del suo ex Pietro Barbini, insieme al padre del bambino Alexander Boettcher, non potrà stare insieme al suo bimbo. Martina ha partorito il 15 agosto alla clinica Mangiagalli di Milano un bambino di 3,7 kg di peso. Alla ragazza è stato praticato un taglio cesareo e, da quanto riporta l'Ansa, dopo la nascita del figlio, che ha chiamato Achille, non le è stato permesso di abbracciarlo e tenerlo con sé durante la notte. La Procura dei minori di Milano ha anche avviato l'iter per stabilire l'adottabilità del figlio.
La decisione di separare la madre e figlio ha profondamente segnato i genitori di Martina e la madre del broker. "Oggi vogliamo solo pensare al bene del bambino e di Martina", ha spiegato la madre della giovane mentre il padre Vincenzo qualche ora dopo il parto si era lasciato andare a un doloroso sfogo: "E' stata un'atrocità vedere quel bambino portato via dalla madre. Nessuno poteva toccarlo, quasi fosse un appestato - aveva detto tra le lacrime - Abbiamo cercato di spiegarle che si tratta di un provvedimento provvisorio, perché i giudici devono ancora decidere, ma la notte scorsa quel bambino è stato portato via senza dirle una parola. Noi eravamo a distanza, dietro un vetro. Non capivamo: è stato mostruoso, un dolore indicibile".
A difendere la scelta del distacco invece il pm Annamaria Fiorillo, la stessa che si occupò della vicenda dell'allora minorenne Ruby. Nel suo ricorso la pm fa riferimento alla perizia psichiatrica fatta alla coppia Martina Alexander. E' stata esclusa l'incapacità di intendere e volere, anche parziale, e, a detta loro, sarebbe stata proprio la ragazza a gettare l'acido contro il suo ex Barbini.
L'Unione delle Camere penali definisce invece la decisione "una vergogna di Stato","una pena inflitta a una donna supplettiva e non prevista da alcuna norma".
"Non giudico negativamente la scelta fatta, al contrario la ritengo inevitabile", sostiene invece Giuseppe Magno, direttore del Dipartimento sulla Giustizia minorile del ministero della Giustizia.
I due, se i fatti fossero accertati, hanno dimostrato "mancanza di rispetto per il prossimo". continua Magno, e non denotando "un particolare equilibrio psico-affettivo". Per questo, in casi simili, "la prima cosa da fare è un'operazione chirurgica di distacco, per limitare i danni al bambino".