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Coronavirus in Italia: il commento del virologo

di Nostrofiglio Redazione - 31.01.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
In questi giorni la notizia sui casi di polmonite virale da coronavirus che hanno colpito la città di Wuhan e la provincia cinese di Hubei sta facendo il giro del mondo, seminando panico ovunque. Ecco il chiarimento del virologo Giovanni Maga, che sulla sua pagina Facebook ha spiegato la situazione e parlato dei rischi di contagio del virus.

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Si parla tantissimo in questi giorni dei casi di polmonite virale da coronavirus che hanno colpito la provincia cinese di Hubei. Ecco il chiarimento pubblicato oggi sulla sua pagina Facebook del virologo Giovanni Maga, che ha fatto il punto sulla situazione e che ha parlato dei rischi di contagio del virus per l'Italia.

Emergenza coronavirus: "Non significa che ci sarà una pandemia"

«Ok è arrivato. nCoV intendo. Due casi confermati in una coppia di turisti. Fatto largamente probabile e atteso. Cosa cambia? Per l'uomo della strada nulla. Due casi non fanno un'epidemia. Anzi, neanche 100 casi farebbero un'epidemia se si trattasse di casi importati che non hanno dato nessuna trasmissione. Si parlerebbe di introduzione, ma non di contagio.

In Francia e Germania ci sono stati più casi, in Germania anche di trasmissione: ma nessuna epidemia. In molti paesi fuori dalla Cina i casi sono molto superiori e da più tempo ma non si parla di epidemia da nessuna parte fuori dalla zona "calda" perchè i casi di contagio sono assenti o limitatissimi.

Ogni anno in Italia arrivano tra 100 e 200 persone infette dai virus più strani: Dengue, Chikugunya, Zika. Tutti potenzialmente epidemici perchè trasmessi da zanzare. Ma a parte rarissimi casi di piccole catene di contagio (come per Chikungunya nel 2007 e 2017) nessuna epidemia. E nessuno si chiude in casa ogni estate per paura di contagiarsi.

Le procedure di contenimento, isolamento e tracciamento dei contatti sono scattate subito. Ovviamente il livello di allerta delle strutture sanitarie adesso è più alto, come deve essere. L'OMS ieri ha dichiarato l'epidemia di nCoV una emergenza sanitaria di rilevanza internazionale. Un atto dovuto, ormai, visto che casi, seppur singoli o molto limitati, sono comparsi in nazioni anche distanti dal focolaio epidemico.

Ma il significato di questa decisione sta nei poteri che dà all'OMS di coordinare le misure di precauzione nei paesi membri e di vincolare gli stessi all'obbligatorietà di condividere tutte le informazioni sull'andamento delle infezioni e di consultare l'OMS sulle azioni da intraprendere.

Non significa che ci sarà una pandemia», ha commentato il virologo.

I rischi di contagio

«Rischio di contagio: tutti i dati indicano che il contagio richiede una vicinanza prolungata con la persona infetta. Abitare insieme, stare seduti intorno allo stesso tavolo in un ufficio, stare seduti vicini in aereo per ore, etc. etc. L'infezione non è letale, nell'80% dei casi ha decorso benigno (cioè si guarisce) senza particolari complicanze, nel 20% dei casi può dare una polmonite virale che se si è anziani, immunodepressi, o con patologie croniche respiratorie o cardiocircolatorie può mettere a rischio la vita (decessi da 2% a scendere, in realtà i conti fatti sul numero stimato di infezioni totali danno un tasso di letalità molto più basso).

L'influenza ha caratteristiche simili con la differenza che fa più morti: l'eccesso di mortalità soprattuto per complicanze nelle persone anziane ogni anno in Italia conta alcune MIGLIAIA di vite. Soprattutto: NON TUTTI quelli che vengono a contatto con un infetto sviluppano la malattia. Non tutti si prendono l'influenza se stanno a contatto con un influenzato: è il gioco del nostro sistema immunitario, qualcuno resiste meglio.

Questo per dire che con due casi importati e zero contagi, oggi l'uomo della strada sta come ieri: sereno. Potrà svilupparsi un'epidemia? Il rischio zero in epidemiologia non esiste. Ma ad oggi è ancora molto basso. La cosa importante è che le strutture siano preparate a tenere dietro alla situazione man mano che (se) evolverà. Ad oggi tutto funziona come deve e l'Italia non è seconda a nessuno in Europa in quanto a capacità di gestire un'epidemia, se non altro perchè in Italia ci lavorano alcuni tra i più bravi medici ed epidemiologi del mondo», ha concluso il virologo Maga.

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