E' una tradizione nata negli anni Trenta ed è dedicata a tutti i bimbi finlandesi, non importa lo stato sociale o il background. E' un pacchetto per le future mamme, un dono che il governo fa a chi è rimasta incinta.
All'interno della scatola, tutto ciò che poteva servire alla futura mamma e al piccolo: body, vestitini di colore neutro, un sacco nanna, prodotti per il bagnetto, pannolini e un piccolo materasso. Un materasso che è stato utilizzato negli anni all'interno della scatola stessa, per farla diventare una culla.
Molti bimbi in Finlandia hanno fatto i loro primi riposini proprio qui dentro, al sicuro nei quattro lati del cartone. Una scelta che negli anni si è rivelata vincente: la mortalità infantile finlandese, grazie a questa scatola, si è infatti ridotta. Nel 1930 65 bimbi su 1000 non ce la facevano. Ma il mix "scatola di cartone + visita dal medico + migliore sanità" ha migliorato molto le prospettive di vita dei neonati. "I neonati dormivano nello stesso letto con i genitori e abbiamo raccomandato loro di non farlo più", dichiara Panu Pulma, professore di storia nordica e finlandese all'Università di Helsinki. "I genitori hanno usato la scatola di cartone con il materasso come una culla, facendo dormire così separati i neonati da mamma e papà". Prevenendo così il rischio SIDS.
Lo stesso invito ad andare dal medico prima del quarto mese di gravidanza ha migliorato molto le prospettive di vita dei più piccini.
Il successo del "Maternity pack" finlandese è stato così grande da essere esportato anche fuori dai confini del Paese.
L'idea è stata adottata anche in Gran Bretagna, negli Usa e anche altri Stati, come
Sudafrica, Zambia, Colombia, Argentina stanno avviando programmi simili.
Anche i bimbi del sud dell'Asia, potranno usufruire della scatola. Lo aveva rilevato una dottoranda dell'università di Harvard, Karima Ladhani che a sua volta ha fondato una ONG per realizzare queste scatole nel sud dell'Asia. Come spiega Ladhani sul quotidiano The Independent: "Con questo progetto speriamo di salvare le vite di 58mila neonati nei prossimi cinque anni. L'unica condizione perché le madri ricevano la scatola è che si sottopongano a esami prenatali, così come avvenne in Finlandia''. Il progetto di Karima è partito in prova a Jagadiya, un villaggio rurale indiano. Il box in questo caso ha in più in dotazione anche una zanzariera per proteggere i neonati dalla malaria.
E in Africa? Come riporta la BBC, due imprenditori del Sud Africa, Ernst Hertzog e Frans de Villiers, hanno concluso che la scatola di cartone per le mamme africane deve essere di plastica, in modo che possa essere usata come vasca per il bagnetto piuttosto che come culla.
A Londra invece, al Queen Charlotte's and Chelsea Hospital, in collaborazione con la compagnia americana Baby Box Co, è partito un programma simile. Il box in questo caso può aiutare le mamme anche a tenere il proprio bimbo nella stessa stanza vicino a loro, dato che è molto facile da trasportare. Un'abitudine utile per il "bonding" con il neonato, l'attaccamento tra mamma e piccolo.
Negli Usa invece ci sono dozzine di progetti su questo tema. Il più grande verrà lanciato quest'anno a Fort Worth, Texas. Tutti e quattro gli ospedali della città inizieranno a dare le scatole di cartone nel tentativo di abbassare la mortalità infantile di 7.1 ogni 1,000 nascite avvenute nel 2013. Un tasso alto, se paragonato alla media degli altri Stati Usa di circa 5.9 ogni 1,000 nati.
Ma tornando in Finlandia, che cosa contiene il maternity pack lì? Nel 2015 nella scatola finlandese ci sono stati: la scatola (che può essere usata come culla), telo per il bagnetto, forbici per le unghie, termometro, spazzola, spazzolino, termometro per il bagnetto
set pannolini lavabili, assorbenti, coppe per reggiseno, crema per capezzoli, teli e preservativi, collant e calzini, sacco nanna, un libro e un giocattolo, tuta da neve...
cappellini, copertina, copri coperta, materasso, copri materasso, federe, passamontagna, bavaglini, cappotto, body vari con e senza gambine/maniche, vestitino di lana leggings magliettina e leggings.