Il genocidio del popolo siriano prosegue con centinaia di morti ogni giorno e il mondo deve destarsi dal suo torpore per mettere la parola fine a questa tragedia immane.
L'ennesimo, accorato appello delle autorità internazionali giunge da Davos, in Svizzera, dove in questi giorni si sta tenendo il World Economic Forum che ha riunito le alte sfere di tutto il globo. (Leggi anche: Siria, la foto della bambina vittima della guerra)
Onu, Unicef, Oms e World Food Programme hanno dunque invocato un incondizionato sostegno alla popolazione siriana, chiedendo concreti supporti logistichi, beni di prima necessità e accoglienza per l'oceanica schiera di sfollati che fugge dalla guerra civile più sanguinosa di questo decennio.
Cibo e scuola per garantire una speranza
Di questi, sei milioni sono bambini e ben due milioni hanno dovuto lasciare forzosamente il loro Paese e riparare in Turchia, Libano e Giordania. In parecchi casi però, i campi dove vengono smistati mancano di quasi tutti i beni di prima necessità, con scarse scorte alimentari e assistenza medica pressoché nulla. Un inferno quotidiano che rischia di cancellare completamente un'intera generazione.
Una vita senza una casa. Immagini dai campi profughi in Siria
vai alla galleryIl celebre fotografo Christoph von Toggenburg ha scattato intense ed emozionanti immagini in bianco e nero ritraendo alcuni campi-profughi sul confine siriano. Le foto riprendono scene di vita...
È per loro che si stanno muovendo gli aiuti umanitari, non solo fornendo cibo, acqua e medicinali, ma permettendo a coloro che dovrebbero rappresentare il nostro futuro di poter ricevere un'educazione.
In Libano e Turchia ad esempio pare funzionare il progetto scolastico basato sul "doppio turno": aule che al mattino accolgono i ragazzi locali e al pomeriggio i piccoli rifugiati siriani. Tale strategia riduce in un colpo solo i costi dell'intervento (non si devono creare edifici ex-novo) e permette a migliaia di profughi di andare a scuola.
Tutto ciò però non è ancora sufficiente.
Benché una fase distensiva sembri profilarsi all'orizzonte (sia il dittatore Assad che le fazioni ribelli si sono dette pronte a negoziare), 700.000 persone, di cui 300.000 bambini sono bloccate tra il fuoco incrociato di 15 diverse aree ancora sotto assedio, irraggiungibili per qualsiasi tipo di aiuto materiale.
FONTE: Repubblica, WEF
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