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Emergenza profughi, la foto di Aylan muove l'Europa

di Federica Baroni - 04.09.2015 - Scrivici

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La foto choc di Aylan, il bimbo annegato sulla spiaggia di Bodrum, ha fatto il giro del mondo scuotendo opinione pubblica e governi. Ora l'Unione Europea si è messa al lavoro per definire nuove quote di profughi da distribuire tra i vari Paesi e sanzioni per le nazioni che non accettano l'accoglienza. E anche Londra si apre ai rifugiati. 

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Nessuno può più ignorare i profughi siriani. Nessuno che abbia visto la foto del piccolo Aylan. In fuga come tanti dall'orrore della guerra e morto annegato con il fratellino e la mamma mentre tentavano di raggiungere la Grecia. A loro era stato negato il diritto d'asilo.

Londra si apre ai profughi


Il premier britannico Cameron davanti all'immagine choc ha modificato la sua posizione sui profughi. Ieri nel Regno Unito oltre 130 mila persone hanno firmato una petizione online perché la Gran Bretagna offra asilo a un maggior numero di rifugiati. E il premier ha dichiarato "da padre" di sentirsi "profondamente scosso" e di essere pronto ad "assumersi le responsabilità morali dell'emergenza". E secondo il giornale inglese The Guardian il governo è al lavoro in queste ore per definire un aumento delle quote.

bambini siriani profughi

Bambini siriani profughi

Unione Europea al lavoro per aumentare le quote tra i Paesi membri


Anche la Commissione Europea sta lavorando per aumentare le quote dei profughi. Portandole da 32 mila a 120 mila, che sommate alle 40 mila proposte a maggio, porterebbe il totale di migranti da ridistribuire a 160 mila (prendendoli da quelli che arrivano in Italia, Grecia e Ungheria). Con la possibilità di sanzioni per le nazioni che rifiutano l'accoglienza.
Il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno già inviato proposte comuni All'UE per organizzare l'accoglienza dei rifugiati e ripartirli in modo equo tra i Paesi europei. E il governo tedesco si dichiara pronto da accettare 800.000 richieste di asilo.

Insomma l'Europa, sotto l'effetto delle foto di ieri, si sta muovendo.

Le linee sono chiare: condivisione di impegno umanitario, riforma del diritto d'asilo e del regolamento che prevede che chi fugge da guerre debba far richiesta d'asilo nel Paese in cui arriva, regola che impedisce al profugo di trasferirsi in un altro Paese.


Anche la premier polacca Ewa Kopac ha cambiato posizione "Non possiamo permetterci migranti economici, ma abbiamo il dovere morale di accettare i rifugiati". Per la chiusura totale delle frontiere rimane, invece, il primo ministro ungherese Orban.

Il premier Renzi ha dichiarato che l'Unione "non si può solo commuovere. Si deve anche muovere" e continua, "è dovere dell’Europa dare una risposta unitaria, dare una risposta che parta dal diritto d’asilo europeo, da iniziative europee sull’accoglienza e gestione dell’emergenza, dal rimpatrio europeo, ma anche da una strategia globale che tenga insieme gli interventi fondamentali da fare nei paesi d’origine".

Il padre di Aylan torna a Kobane


Intanto il Canada ha fatto sapere al padre di Aylan di essere pronto accogliere la sua domanda di asilo, ma all'uomo, che ha perso tutta la famiglia, ora non interessa più. Ha deciso di tornare con le salme a Kobane, la sua città natale, lì seppellirà i suoi cari e lì rimarrà. Vicino a loro.

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