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Genitori, spegnete lo smarthphone e ascoltate i vostri figli!

di Concetta Desando - 06.10.2014 - Scrivici

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I genitori sono presenti fisicamente, ma la loro attenzione è altrove: su Facebook, Whatsapp, Twitter o Pinterest. E spesso non si rendono conto di quanto tempo passano online. Così i figli crescono sempre più soli. “Spegnete il telefonino e parlate con loro” è il consiglio Jane Scott, pediatra americana  

In questo articolo

Jane Scott è una pediatra americana di Highlands Ranch che pratica la professione da vent'anni. Negli ultimi due decenni pensava di aver visto tutto. Ma qualcosa le ha fatto cambiare idea: una visita medica a un bambino di due anni... e al suo smartphone. Un'esperienza che l'ha lasciata di stucco, e l'ha portata a chiedere pubblicamente ai genitori di spegnere il telefonino e prestare maggiore attenzione ai figli. (Leggi anche Nativi digitali, consigli ai genitori)

In un corsivo pubblicato sul Washington Post, la Scott racconta infatti che il piccolo era giunto nel suo studio con il padre: l'uomo "durante l'esame iniziale, ha rigirato la maggior parte delle mie domande al figlioletto, il quale mi ha indicato che gli facevano male le orecchie. Così ho scoperto rapidamente che entrambi i timpani erano rossi e infiammati. Quindi ho detto al mio piccolo paziente: 'Indovina? Le orecchie ti fanno male perché hai un'infezione auricolare. Ma posso darti delle medicine che ti facciano stare meglio'. Immediatamente il bimbo ha preso il suo smartphone, ha premuto un tasto e ha chiesto al telefono: 'Siri, che cos'è un'infezione auricolare?'". (Potrebbe interessarti I bambini nella materna sanno usare usare il tablet ma non le costruzioni)

Un comportamento che ha lasciato esterrefatta la pediatra: non per le capacità tecnologiche del piccolo, ma perché il bimbo, invece di chiedere informazioni al padre, come sarebbe naturale, o al medico stesso, ha rivolto la propria domanda al telefono. "A due anni - spiega la Scott nel suo articolo - passare alcuni minuti con lo smartphone non è un grosso problema: oggigiorno passare il tempo davanti allo schermo fa parte della crescita. E la maggior parte dei genitori pone un limite al tempo che il bimbo trascorre davanti al computer o al telefonino. Ma quando un bambino di due anni chiede informazioni al suo smartphone e non a suo padre, mi chiedo quanto i suoi genitori limitino il tempo che trascorre con la tecnologia. E quel bambino, che ha solo due anni, ha già imparato che quando ha una domanda, chi è subito pronto ad ascoltarlo e a rispondergli è Siri (l'assistente digitale dell'iPhone, ndr), non papà". (Guarda anche Tecnologia e bambini: istruzioni per un uso felice)

I genitori di oggi, prosegue la pediatra, "sono probabilmente la generazione più informata e coinvolta della storia. Eppure, quando sono con i loro bambini, spesso agiscono come se volessero essere altrove. È questo quello che sembrano dire quando rompono il contatto visivo con il bambino per controllare una notifica push appena giunta sul cellulare, o quando approfittano di ogni momento di distrazione del piccolo per leggere post su Facebook. I genitori sono presenti fisicamente, ma la loro attenzione è altrove. L'effetto, lo vedo ogni giorno nella mia professione, ed è espresso con accessi di collera e ansia da separazione, e nei bambini più grandi con l'indisciplina. Alla maggior parte dei genitori si è sempre insegnato che tutto ciò è normale, che i bambini sono fatti così. Ma ciò non è esatto. È normale che i bimbi assumano comportamenti particolari per attirare l'attenzione, ma spesso questi comportamenti si possono prevenire".

La Scott cita uno studio pubblicato a marzo dai ricercatori del Boston Medical Center, che hanno osservato il comportamento di 55 genitori e dei loro figli a un fast-food. "Dei 55 genitori, 40 usavano il telefonino, e la loro attenzione era dedicata quasi esclusivamente allo smartphone invece che ai figli. Certo, è possibile che tutti e 40 abbiamo ricevuto un'urgente comunicazione di lavoro. Ma, più probabilmente, erano su Facebook, Twitter o Pinterest. Tanto che un sondaggio Nielsen del 2011 ha scoperto che le persone con figli usano i social media più di quelle senza figli. E spesso non ci si rende conto di quanto tempo si trascorre online: quelli che sembrano pochi minuti, spesso sono ore".

La pediatra sottolinea poi un'altra ragione per spegnere i telefonini: "Anche se Facebook può fare comunità, spesso può anche promuovere la competizione e standard irraggiungibili di perfezione. Anche per i propri figli, che vengono paragonati a quelli degli altri" chiedendosi perché il proprio piccolo sia "normale" e non sia in grado di fare qualcosa di unico e strabiliante. Magari solo per fotografarlo e postare l'immagine su Facebook per fare invidia agli amici.

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