Giornata Mondiale della vista
Il 12 ottobre 2023 decorre la Giornata Mondiale della Vista, promossa dall'International Agency for the Prevention of Blindness (IAPB), con l'intento di concentrare l'attenzione mondiale sull'importanza della cura degli occhi. Il focus della giornata, infatti, è accrescere la consapevolezza di ognuno e garantire che la cura degli occhi sia accessibile, inclusiva e alla portata di tutti, ovunque. #loveyoureyes è l'hashtag scelto per la Giornata Mondiale della Vista 2023.
Il tema proposto per quest'anno è l'importanza della salute oculare sul luogo di lavoro ed è stato declinato in Italia con una campagna di sensibilizzazione molto impattante, una immagine completamente nera con una scritta bianca: "NON SERVONO IMMAGINI PER DESCRIVERE IL BUIO. La vista è un bene prezioso. Siamo al tuo fianco per custodirla".
Siamo sempre più miopi
Il Bel Paese è sempre più miope e la vita sedentaria passata a far scorrere gli occhi davanti allo schermo di uno smartphone o un pc sta peggiorando notevolmente la situazione.
L'allarme è dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i cui esperti hanno calcolato l'esistenza di 253 milioni di disabili visivi nel mondo, di cui 217 milioni di ipovedenti e 36 milioni di ciechi.
Di questa sempre più vasta popolazione con problemi di vista, tra i miopi ben 15 milioni sono italiani e la tendenza appare in costante aumento, soprattutto tra i più giovani: due ragazzi su dieci infatti inizia ad accusare i primi problemi di vista già prima dei 15 anni.
Secondo le previsioni di uno studio australiano pubblicato sulla rivista Ophthalmology, inoltre, nel 2050 la cose potrebbero precipitare ulteriormente, con addirittura il 50% dell'intera umanità a soffrire di miopia.
Le cause
Il motivo di un simile peggioramento, che in base alle statistiche interessa maggiormente la popolazione femminile, è presto detto.
I nostri ragazzi infatti passano sempre più tempo in luoghi chiusi - e spesso scarsamente illuminati - a smanettare su computer, tablet o smartphone.
Questa è un'attività davvero deleteria per gli occhi e può facilmente portare a frequenti mal di testa e/o provare un certo fastidio di fronte alle forti fonti luminose.
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vai alla galleryIn un mondo in cui tutti siamo connessi, anche i bimbi vivono sempre di più nella tecnologia e con i media a portata di mano. Come comportarsi? Che limiti dare? Quando intervenire? Esistono...
Che cosa fare?
- Stare almeno un'ora al giorno all'aria aperta
- tenere gli occhi almeno a 30 cm di distanza dalla fonte di lettura
«L'ideale sarebbe far stare almeno un'ora al giorno i bimbi all'aria aperta - spiega Grazia Pertile, direttrice dell'Unità Operativa di Oculistica dell'Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negar (Verona) - perché questo costringe l'occhio a utilizzare anche il campo visivo periferico, cosa molto importante, considerando che passano 6-8 ore al chiuso sui banchi di scuola»
Importante anche agire su tempi e modalità d'utilizzo dei vari device tecnologici: gli esperti infatti consigliano non solo di ridurre - nei limiti del possibile - il tempo trascorso a sforzare gli occhi, ma anche di accertarsi di posizionare gli occhi ad almeno 30 cm di distanza dalla fonte di lettura, che può essere uno schermo così come una ben più tradizionale pagina cartacea.
Prevenzione e screening per le patologie della vista
La prevalenza della cecità in età pediatrica varia da 3 per 10.000 bambini nei Paesi ad alto reddito, a 10 per 10.000 nei Paesi a basso reddito.
La prevenzione e la cura degli occhi sono fondamentali in tutte le fasi della vita, fin dalla nascita e per questo la Società Italiana di Neonatologia (SIN) sostiene la diffusione, su tutto il territorio nazionale, degli screening neonatali, tra cui anche quelli oculari e visite oculistiche regolari e frequenti, soprattutto durante i primi mesi di vita, volte all'identificazione precoce e alla presa in carico tempestiva di patologie gravi.
Ma c'è una categoria di neonati per la quale la tutela della salute degli occhi risulta ancora più delicata, quelli ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) e sub intensiva, sia per il rischio di insorgenza di malattie gravi, come ad esempio la retinopatia della prematurità (ROP) e la cataratta congenita, sia perché proprio durante il periodo di ricovero avviene la maturazione dell'organo di senso.
Gli Standard Assistenziali per la Salute del Neonato, la cui diffusione ed applicazione è attualmente seguita da una commissione istituita ad hoc dalla SIN, definiscono diversi criteri per la progettazione di ambienti di degenza in grado di proteggere il neonato dallo stress, incluso quello visivo, e migliorare il sonno, con ottimizzazione dello sviluppo neurologico a distanza.
In particolare, i livelli di illuminazione ambientale negli spazi dedicati ai neonati devono essere regolabili, individualizzabili, attraverso comandi di accensione/spegnimento e di attenuazione, in base alle necessità, al comfort e ai ritmi circadiani; le sorgenti luminose devono avere uno spettro di colori appropriato ed essere posizionate in modo da ridurre al minimo abbagliamento, ombre e sfarfallio.
Radiazioni ultraviolette o infrarosse non necessarie possono essere evitate utilizzando lampade, lenti o filtri appropriati. Ogni posto letto per neonato dovrebbe essere munito di una sorgente di illuminazione separata, da utilizzare per le procedure e regolabile.
Dovrebbe essere assicurato l'accesso immediato alla luce del giorno, senza dover lasciare la TIN: in ogni spazio o stanza dedicati al bambino, o nelle postazioni di lavoro adiacenti, si dovrebbe prevedere almeno una fonte di luce naturale proveniente da una finestra o da un lucernario e per tutte le finestre del reparto, che danno sull'esterno, dispositivi di oscuramento di colore neutro, al fine di minimizzare la distorsione del colore.
"Bisogna accrescere la consapevolezza sul valore delle cure, che devono essere sempre più mirate ed accurate per tutti i neonati e continuare ad investire sulla prevenzione con gli screening neonatali", afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. "Il compito di noi neonatologi è tutelare i più piccoli, in particolare nelle TIN e le loro famiglie, allo scopo di ridurre sempre più l'incidenza di queste patologie, molto gravi e spesso invalidanti".
Cataratta congenita
La cataratta congenita rappresenta una delle cause più frequenti di cecità infantile (10-15%).
L'eziologia del danno visivo permanente riconosce cause di origine genetica in circa il 50- 60% dei casi, come per la cataratta congenita, il glaucoma congenito, le distrofie retiniche ereditarie, l'atrofia ottica e le malformazioni oculari. Si stima che gli agenti esogeni siano implicati nel 25-30% dei casi (i più frequenti sono la prematurità e le infezioni congenite del gruppo TORCH, che possono colpire anche il sistema visivo). In circa un quarto dei pazienti, però, l'eziologia resta ancora oggi non definibile.
Retinopatia della prematurità
La nascita prematura, in particolare se avviene a un'età gestazionale inferiore a 31 settimane e/o con un peso inferiore a 1500 grammi, espone al rischio di sviluppo di una importante patologia che interessa l'organo della vista, che è la retinopatia della prematurità (ROP). Quest'ultima è un'affezione multifattoriale caratterizzata da un anomalo sviluppo dei vasi retinici. La sua incidenza, che è inversamente proporzionale all'età gestazionale, è progressivamente aumentata negli anni, in conseguenza della maggiore sopravvivenza dei neonati estremamente pretermine. Tra i neonati di età gestazionale uguale o inferiore a 30 settimane, il 40-50% sviluppa un qualunque stadio di ROP, mentre il 7-8% va incontro a forma grave e il 5-6% necessita di trattamento.
Le linee guida internazionali suggeriscono l'esecuzione di uno screening specifico, mediante periodiche visite oculistiche, eseguite da professionista addestrato su questa particolare patologia. I disturbi della vista nei neonati, come anche quelli uditivi, sono un grave problema sociale e di salute pubblica.
Il Ministero della Salute, col decreto del 12 gennaio 2017, ha inserito la pratica dello screening visivo e uditivo neonatale tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), rendendoli quindi garantiti e obbligatori per tutti i neonati. Alla nascita, per tutti i neonati, lo screening visivo attraverso il test del riflesso rosso (RRT) permette di identificare i casi di sospette anomalie congenite visive, avviandoli a una valutazione oftalmologica completa e a un successivo eventuale intervento terapeutico idoneo.
Negli anni, il Gruppo di Ricerca prevenzione disabilità neurosensoriali dell'Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) ha eseguito indagini nazionali con l'obiettivo di monitorare l'implementazione e la copertura dello screening visivo con RRT, presso tutte le neonatologie attive nel nostro Paese. I risultati sui nati nel 2017 mostrano un tasso di copertura nazionale del 74,7%, ben al di sotto degli standard qualitativi internazionali richiesti (≥ 95%), pur rappresentando lo screening visivo neonatale per l'identificazione precoce della cataratta congenita uno degli interventi sanitari con un più favorevole rapporto costo/beneficio.
La SIN è presente e attiva, con tutto il personale medico e infermieristico dei centri italiani di Neonatologia, e s'impegna costantemente per la divulgazione delle informazioni scientifiche atte a implementare l'universalizzazione sul territorio nazionale dei programmi di prevenzione e cura delle patologie visive che colpiscono i neonati. Il 18 luglio 2022 è stato pubblicato il Rapporto ISTISAN 22/17 Screening neonatale uditivo e visivo, raccomandazioni, cui ha collaborato energicamente la SIN. Nell'ambito delle attività progettuali svolte, l'Unità Operativa di coordinamento dell'Istituto Superiore di sanità- ISS, in stretta collaborazione con l'Unità Operativa dell'INAPP e il Comitato Tecnico Scientifico - CTS, istituito durante i lavori, ha ritenuto necessario implementare la formazione degli operatori sanitari impegnati in programmi di screening uditivo e visivo neonatale su tutto l'ambito nazionale. A tal scopo è stato organizzato il Corso di Formazione a Distanza (FAD) sullo Screening neonatale uditivo e visivo.
Revisionato da Luisa Perego