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Holly Brockwell, 30 anni, ottiene il diritto alla sterilizzazione e spiega il perché della sua decisione

di Federica Baroni - 30.03.2016 - Scrivici

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Fonte: telegraph
Holly Brockwell, giornalista inglese di trent'anni, dopo quattro anni ha vinto la sua battaglia con il servizio sanitario nazionale inglese e a fine anno verrà sterilizzata.   "La  sterilizzazione è drastica, è una decisione grande, seria, irreversibile. Ma anche avere un bambino lo è. E spero che un giorno entrambe le scelte possano godere del medesimo rispetto" dice la giovane.

Holly Brockwell, giornalista trentenne, ha vinto la sua battaglia: il diritto di essere sterilizzata.

La giovane aveva già preso questa decisione quattro anni fa, all'età di 26 anni, ma il servizio sanitario inglese non glielo aveva permesso.


Ora invece è in lista d'attesa per eseguire l'intervento entro fine dell'anno.

Ma la sua scelta di rinunciare per sempre a essere madre è stata ampiamente criticata. E sul web non sono mancati gli insulti, tanto da costringerla a chiudere temporaneamente il suo account di Twitter.

La Brockwell ha così deciso di scrivere in una lettera al quotidiano inglese Telegraph le sue ragioni.

"In quanto donna che non vuole bambini - in modo assoluto, mai - ho iniziato a chiedere la sterilizzazione fin da quando avevo 26 anni. Negli ultimi quattro anni il mio medico di base ha sempre respinto la mia richiesta. La risposta era sempre: 'Sei troppo giovane per prendere una decisione così drastica'.

Ma ora sono sulla lista per l'operazione e finalmente verrò sterilizzata entro la fine dell'anno. (Leggi anche: essere madre, la scelta delle altre madri non si giudicano)

E' una cosa che desidero da tempo, ma ciò non significa che sia stata una decisione facile da prendere. Ho fatto delle ricerche, delle considerazioni, ho pesato e eventualmente difeso i vari argomenti, più e più volte. Non tutti coloro che hanno bambini possono dire di aver fatto lo stesso - eppure non vengono interrogati o tirati in ballo così di frequente. Io sì. I commenti sono sempre gli stessi, sia che provengano da sconosciuti sia che provengano da amici o da medici. Quando qualcuno viene a conoscenza della mia decisione, pensa che io abbia soltanto pensato di farlo, senza considerare le varie implicazioni. Con gli occhi spalancati, chiedono: 'Ma perché?' e non c'è mai una risposta che riesca a soddisfarli.

Ogni tanto sono tentata di dire loro: 'Odio i bambini', ma perché devo mentire? Non odio i bambini; semplicemente non li voglio. Avete presente quando incontrate un meraviglioso cane di qualcuno ma non pensereste mai di prenderlo con voi? È la stessa sensazione".

La Brockwell risponde anche a chi le prospetta una vecchiaia in solitudine, senza un figlio che si prenda cura di lei: "Da un lato mi accusano di essere egoista perché non voglio figli ma poi mi dicono che fare un bambino conviene perché dovrà essere lui a prendersi cura di me un giorno".

Nella sua battaglia, la giovane vuole mettere in luce anche il pregiudizio che c'è verso le donne. Diversi medici in questi anni le hanno consigliato di chiedere al compagno una vasectomia: "Per la società è più facile pensare che un uomo non voglia diventare papà piuttosto che accettare l'idea che una donna non voglia essere mamma".

"Finalmente posso rilassarmi. Non devo prendere pillole che mi fanno stare male. Non mi sento triste o preoccupata di aver fatto la scelta sbagliata. Mi sento sollevata, una sensazione che non avrei mai avuto da un test di gravidanza positivo. La sterilizzazione è drastica, è una decisione grande, seria, irreversibile. Ma anche avere un bambino lo è. E spero che un giorno entrambe le scelte possano godere del medesimo rispetto" conclude la Brockwell nella sua lettera.

Leggi anche: "Non voglio figli, grazie", la scelta di chi non vuole diventare genitore

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