Durante l'estate, sarà deciso il destino della lista di 49 libri per l'infanzia, definiti 'gender' dal neo-sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che li ha banditi dai nidi e dalle scuole dell'infanzia della città. A dichiararlo l'8 luglio è stato lo stesso sindaco in risposta alle polemiche suscitate dalla decisione di ritirare i titoli del progetto “Leggere senza stereotipi”, promosso dalla precedente amministrazione. L'elenco, stilato da bibliotecari e psicopedagogisti, raccoglie albi illustrati d'autore che affrontano temi quali diversità, handicap, bullismo e parlano anche di famiglie diverse da quella tradizionale.
Il sindaco ha motivato il suo gesto - già annunciato in campagna elettorale - affermando che i libri “trattano argomenti che non devono essere affrontati dalla scuola, ma dai genitori”.
Dopo le proteste della scorsa settimana (e la mobilitazione online), il primo cittadino pare avere fatto un passo indietro rispetto alla sua posizione iniziale. (Leggi anche: 30 libri classici e imperdibili della letteratura dell'infanzia)
Secondo la sue parole “non potendo avere una visione completa ed esaustiva della questione, si è preferito ritirare tutti i libri distribuiti dalla precedente amministrazione in modo da poter verificare serenamente e con piena cognizione di causa quali siano, e soprattutto quali non siano, adatti a bambini in età prescolare”.
A tale proposito, nel periodo estivo, sarà svolta una analisi attenta e accurata dei testi per valutare quelli inopportuni per i più piccoli.
A occuparsi di questo lavoro, - sempre in base alle affermazioni di Brugnaro - saranno “le persone più adatte a questa selezione evitando, così, ulteriori diatribe e strumentalizzazioni di un argomento che, ad oggi, ha fatto anche troppo parlare di sé”.
Il sindaco promette anche che alcuni titoli legati alla discriminazione fisica, religiosa, razziale saranno certamente restituiti alle scuole. In particolare, fa riferimento alle opere di Leo Lionni, “Piccolo blu e piccolo giallo” e “Guizzino”.
Ecco la lista dei libri
E proprio “Piccolo blu e piccolo giallo” - tra i testi all'indice prima delle ultime dichiarazioni - è diventato il simbolo della campagna nazionale contro questa censura. E' stato creato l'evento Facebook “Leggiamo ai bambini: PICCOLO BLU E PICCOLO GIALLO" che aggiorna sulle letture in corso in molte città italiane, tra biblioteche, piazze, librerie.
Il libro di Lionni, un capolavoro della letteratura per l'infanzia, è preso come esempio anche dall'attrice Martina Galletta che ha lanciato una petizione su Change.org. Già nelle prime 24 ore, l'iniziativa ha raccolto 20mila adesioni: la promotrice chiede al ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, di intervenire sulla questione, scoraggiando simili atti in futuro. (Leggi anche: 20 libri imperdibili da leggere a bimbi da 6 a 36 mesi)
Intanto, tra le voci di protesta dei giorni scorsi contro l'operato del sindaco si è levata anche quella di Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE). “Ritirare libri da una scuola, qualsiasi libro da qualsiasi scuola, è sempre inaccettabile, nella sostanza e simbolicamente”. Secondo il presidente AIE, non è mai compito delle autorità politiche locali o nazionali discutere dei contenuti dei libri presenti nelle scuole. Solo gli educatori sono titolati a giudicare i contenuti in base all'utilità nel contesto di crescita dei bambini.
Non si è fatta attendere neanche la risposta di Nati per Leggere (l'Associazione che promuove la lettura 0-6), in un comunicato congiunto del 3 luglio con IBBY Italia - International Board on Books for Young People, Associazione Italiana Biblioteche - Commissione nazionale Biblioteche e servizi per ragazzi. “La scelta del sindaco di Venezia ci vede sconcertati, addolorati, arrabbiati. Come è possibile che nel 2015 venga stilata una lista di libri messi all'indice, libri straordinari, patrimonio di molte biblioteche, nidi e scuole dell'infanzia in Italia e nel mondo?” - si legge nel testo divulgato poco dopo la richiesta del sindaco di ritirare i libri.
Ancora più forte la posizione espressa in uno dei primi interventi sul caso da l’ICWA, l’associazione italiana di scrittori per ragazzi e bambini in una lettera aperta al sindaco. “Il provvedimento preoccupa l’ICWA soprattutto perché si concepisce, ancora oggi, in piena democrazia, una prassi autoritaria che ha visto la luce solo nei periodi più bui della storia, a cominciare dalle dittature”.
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