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Influencer: ecco perché piacciono ai nostri ragazzi

di Barbara Leona - 01.07.2019 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Chi sono gli influencer? E come mai piacciono così tanto ai ragazzini? Che cosa può fare un genitore?

In questo articolo

I nuovi miti dei ragazzini hanno visi imberbi generalmente occhialuti e a volte brufolosi, milioni di seguaci e occupazioni poco eroiche: giocare ai videogiochi, insegnare trucco e parrucco, far ridere con piccole gag. Soprattutto, hanno nomi astrusi: Lyon, Ratorix, Cicciogamer89, I Masa, I Pantellas, ST3pNy, Adriana Spink, The Lady. Provate a pronunciarli in classe e vedrete gli sguardi dei vostri alunni accendersi di eccitazione. E forse vale la pena dedicare loro un po' di tempo sottratto alle lezioni. Perché per bambini e adolescenti sono amici virtuali, compagni di giochi con cui passare molto del loro tempo libero. Ma anche maestri di vita. E questo merita una riflessione.

Chi è un influencer?

Si definiscono influencer: persone che, appunto, influenzano le scelte, i gusti, gli orientamenti, gli acquisti dei loro seguaci. Spopolano su Facebook, Instagram, Youtube. I più famosi, come Fedez e Chiara Ferragni, raggiungono milioni di followers con un solo messaggio. Favij, idolo dei ragazzini, ha recentemente festeggiato i 5 milioni di iscritti al suo canale. Clio Zammatteo, alias ClioMakeUp, ha superato i 6 milioni tra donne e ragazzine. Numeri importanti, che fanno gola al mercato pubblicitario.

Influencer e pubblicità: perché sono interessanti

I dati dicono che nel 2018 la spesa da parte delle aziende in influencer marketing ha toccato i 180 milioni di euro, pari al 7% del totale degli investimenti nella pubblicità digitale. E secondo le stime di Publicis Media dovrebbe arrivare a 241 milioni nel 2019, in crescita del 34%. Significa che buona parte di quei post, stories, video seguiti dai nostri ragazzi sono sponsorizzati. O direttamente, quando le aziende pagano gli influencer perché, ad esempio, in un post si pettinino usando un determinato prodotto per capelli. Oppure indirettamente, quando le aziende pagano gli youtuber perché, ad esempio, realizzino un video comico alle prese con la cottura di un arrosto. E poi pagano nuovamente per inserire un vero e proprio spot di un prodotto alimentare prima dell'inizio di quel video.

Se quest'ultimo tipo di pubblicità è evidente, non così il primo. Nelle stories postate dagli influencer il prodotto sponsorizzato si vede a malapena. Una presenza troppo smaccata potrebbe irritare la community di followers e scatenare messaggi di critica e odio. Per questo, nonostante la legge italiana imponga di marcare i video o le foto sponsorizzate per non incorrere in multe salatissime, la scritta adv (abbreviazione di advertising, pubblicità) risulta quasi sempre invisibile. Per ogni post, i guadagni degli influencer vanno dalle poche centinaia di migliaia di euro ai 200mila euro dei più famosi.

I ragazzini vanno pazzi per gli influencer: che cosa può fare un genitore?

  • mettere in guardia che non sono così spontanei come sembrano
  • non disprezzarli, sarebbe controproducente
  • cercate di ascoltare a capire, incentivando lo spirito critico

E sebbene risulti difficile convincere i ragazzini che non è figo guadagnare così tanto facendosi riprendere mentre si gioca a un videogioco, metterli in guardia sul fatto che i loro idoli non sono così spontanei come sembrano è comunque utile. “E' innegabile il larghissimo consenso che (specie gli youtuber) ottengono fra i giovani che li considerano nuovi, interessanti, dinamici fino a diventare dei modelli da imitare” scrive Luigi Ballerini, psicoanalista e scrittore per bambini, nel suo libro Né dinosauri né ingenui. Educare i figli nell'era digitale (San Paolo Editore). E consiglia di non disprezzare quello che i ragazzi apprezzano così tanto: è sempre controproducente, si ottengono solamente chiusure e irrigidimenti. Conviene piuttosto ascoltare e capire, cercando come sempre di far crescere quello spirito critico che è la vera difesa contro qualsiasi forma di abuso della rete.

Gli influencer, dei veri e propri miti

Tanto più che Favij, ClioMakeUp e compagnia sono per i ragazzi di oggi l'equivalente dei miti di omerica memoria. Anche se a bassa intensità, come sostiene Peppino Ortoleva, studioso di storia e teoria dei mezzi di comunicazione, nel suo recente libro (Miti a bassa intensità. Racconti, media, vita quotidiana, Einaudi).

“Non esistono culture senza miti. L'umanità li usa per andare al di là di quello che può concretamente sperimentare e proiettarsi in universi differenti. I miti propri del nostro tempo però sembrano essere a bassa intensità: adempiono a funzioni simili a quelli classici però non proiettando il racconto in un altro mondo ma calando l'universo mitico nel nostro mondo. Pensiamo ai divi del cinema, persone fisiche con nome e cognome, con tutti i loro limiti che a volte andiamo a sottolineare con il gossip e che però vivono anche le storie fantastiche che interpretano. Il divo televisivo è analogo ma con l'intensità che si abbassa. L'influencer mi sembra sia una figura mitica a intensità ancora più bassa. Diciamo che è una forma democratica di divismo. Sono persone come noi che vengono proiettate in una posizione insieme simile alla nostra e superiore alla nostra. Se l'influencer diventa qualcuno totalmente diverso da noi rischia di perdere parte del suo ruolo e sicuramente molti dei suoi seguaci. Invece è qualcuno che noi potremmo diventare se ne fossimo capaci”.

I ragazzini provano nei confronti di questi “miti” un misto di ammirazione e invidia. E si lasciano guidare: gli influencer dicono cosa devi e non devi indossare, ascoltare, guardare, preferire.

Svelano come fare per non sembrare un nerd, come si conquistano le ragazze (o i ragazzi).

Offrono modelli chiari da seguire e imitare per salire nell'Olimpo di quelli “giusti”. Maestri di vita, appunto.

E non importa se la loro fama declina con la rapidità di una meteora: si accenderà subito una nuova stella per guidare i naviganti della rete. “Internet è un brodo di cultura in cui i miti si formano, si riformano, circolano e cadono – continua Peppino Ortoleva-. Nel mondo web il magma mitico è continuamente ribollente. Viviamo in mezzo a migliaia di miti contemporaneamente. Questo provoca disorientamento.

Ecco perché l'influencer diventa una guida, una bussola”.

E con le bufale e le fake news?

Non è detto che i ragazzini credano davvero a tutto quello che questi personaggi propinano loro. In molti casi riconoscono velocemente la bufala, hanno meccanismi di difesa. “Bisogna lavorare con loro per smontare il meccanismo delle grandi bugie in rete ma non in maniera paternalistica, senza trattarli da stupidi” ammonisce Ortoleva. Insomma, dobbiamo armarci di coraggio e pazienza e metterci insieme a loro davanti allo schermo del computer per conoscere i loro idoli e capire davvero perché piacciono così tanto. Certo non sembra che questi ragazzini esperti nel superare i livelli dei videogiochi o nell'offrire il profilo migliore nelle foto abbiano l'appeal degli eroi omerici, kalòs kagathòs, belli e buoni. “Però non è vero che gli eroi dell'Iliade e dell'Odissea incarnassero valori solo e linearmente positivi -rimarca Ortoleva-. Achille era capriccioso e rancoroso. Troia è stata presa con un subdolo inganno. Il punto è un altro: molti dei valori eroici sostenuti per moltissimo tempo sono stati legati al conflitto, alla guerra. E questo è un problema grossissimo annidato sotto la nostra cultura, perché i valori sono stati sganciati dalla guerra ma sostituirli non è semplice. C'è un vuoto da colmare. Questo fa sì che nell'universo mitico a bassa intensità ci sia una sorta di fame di modelli plausibili che contemporaneamente portino con sé valori elevati: gli eroi sportivi ad esempio sono analoghi a quelli classici”.

Nel web c'è spazio per tutti, insomma. Anche per gli eroi veri. La nostra Bebe Vio, che ha trionfato due volte alle Paraolimpiadi e ha messo all'asta la medaglia d'oro per beneficenza. O Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace, che a 11 anni raccontava nel suo blog i soprusi dei talebani pakistani contro le donne e per questo è stata ferita gravemente. O Greta Thunberg, la ragazzina svedese che ha portato milioni di persone in piazza in tutto il mondo per chiedere rimedi concreti contro il riscaldamento globale.

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Chi sono gli influencer divulgativi attendibili
Non solo videogiochi e fashion: la rete offre moltissimo nell'ambito educativo. Soprattutto su YouTube si trovano canali di divulgazione scientifica ben fatti, attendibili ma lontani dalla “pesantezza” di certe conferenze accademiche... Una nuova generazione di YouTube Educators con grandissimo sforzo, un ritorno economico minimo e nessun riconoscimento ufficiale sta tuttavia profondamente innovando il rapporto tra scienza e pubblico. I loro video, accattivanti e scanzonati, posso senza dubbio attrarre anche i più giovani. Ecco alcuni di questi “divulgatori 4.0”:

ADRIAN FARTADE
E' la star della divulgazione scientifica su YouTube. Il suo canale, Link4Universe, fondato nel 2012, conta 160mila iscritti e racconta le ultime novità di cosmologia, astrofisica e astrobiologia in modo semplice e divertente. Spassose le “recensioni scientifiche” dei film di fantascienza. Adrian è nato in Romania ed è arrivato in Italia a quindici anni. Laureato in Storia e Filosofia della Scienza, ha una lunga esperienza come attore di teatro.

DARIO BRESSANINI
Chimico, divulgatore scientifico e saggista, lavora come ricercatore nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali dell'Università degli Studi dell'Insubria a Como. Il suo canale (Dario Bressanini) conta 262mila iscritti ed è online dal lontano 2009. E' una vera autorità per quanto riguarda “la chimica nel piatto”: svela bufale e smonta false credenze sui cibi in una serie di video accurati ma simpatici.

WILLY GUASTI
Alias ZooSparkle: grande lettore di Focus fin da bambino, è stato uno dei volti di FocusTv. Studente di Scienze Naturali, sul suo canale racconta vita morte e miracoli degli animali con video divertenti di paleontologia e zoologia.

ELIA BOMBARDELLI
Professore in un Liceo di Rovereto, Elia ha compiuto un miracolo: ha reso divertente la matematica! Il suo canale, Elia Bombardelli, conta oltre 200mila iscritti e tra i commenti si leggono frasi eloquenti: “Sei il nostro salvatore!”; “Grazie a te ora mi piace la matematica”; “Sei il mio asso nella manica per sconfiggere le insidiose verifiche di mate”; “Finalmente ho la sufficienza!”. D'altronde, Elia offre gratis vere e proprie lezioni per il liceo affrontando tutti gli argomenti con chiarezza ed estro comunicativo. Oltre a questo, sul canale si trovano divertenti esperimenti scientifici che possono attrarre anche i ragazzini delle Medie.

ANDREA MIGNONE
Ingegnere, appassionato di scienza e videomaking, ha fondato nel 2013 Science4Fun: il suo canale ha ricevuto perfino l'approvazione di un mostro sacro come Piero Angela. Chimica, fisica, matematica, computer science, tecnologia... c'è di tutto e il divertimento è assicurato. “La mia più grande soddisfazione -racconta il giovane Youtuber- è il riscontro di tutte quelle persone che riscoprono materie che erano per loro odiose”.

ELIANA STREPPA
Ricercatrice presso RINA Consulting, al Centro sviluppo materiali, sul suo canale To the Science & Beyond affronta argomenti e curiosità di bioingegneria e ingegneria biomedica. Ma spiega anche come funzionano i nostri elettrodomestici, offre consigli per programmare con Arduino, regala pillole di robotica e curiosità sull'Intelligenza Artificiale. Nella presentazione avverte: “Sono in missione per conto della scienza!”.

(Articolo pubblicato il 6 giugno 2019 sulla rivista per insegnanti Focus Scuola)

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