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Influenza 2017-2018: cosa dobbiamo aspettarci, come prevenirla

di Irma Levanti - 13.11.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Le previsioni del virologo Fabrizio Pregliasco sulla prossima stagione influenzale, che si annuncia di media entità. Come sempre, il carico sarà aumentato dalle forme parainfluenzali

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La stagione influenzale è cominciata, si sono già verificati i primi casi

: uno ogni 1000 assistiti, secondo i primi bollettini dell'Istituto superiore di sanità. Ma che cosa dobbiamo aspettarci esattamente da questa nuova stagione, soprattutto considerando che in Australia, dove si è da poco conclusa, sembra essere stata particolarmente severa? Ne abbiamo parlato con il virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell'Università di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano.

Che per prima cosa getta un po' di acqua sul fuoco dell'allarme australiano. “Sono circolate notizie molto preoccupanti sull'argomento, ma in realtà i dati pubblicati dal governo australiano non mi sembrano descrivere una situazione così fuori dall'ordinario". Secondo Pregliasco, quella che possiamo attenderci per il 2017/2018 è una stagione influenzale "vivace", con un'epidemia "di media entità". Rispetto agli anni passati, avremo in circolazione una sola nuova variante di virus influenzale, contemplata nei vaccini in commercio.

Si prevede che, in pratica, finiranno a letto 5 milioni di italiani, più altri 8-10 milioni colpiti da altri virus respiratori, "cugini" della vera influenza. E tanto dipenderà dal meteo: "Se l'inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati. Se, al contrario, sarà più mite, saranno invece i virus “cugini” parainfluenzali a essere avvantaggiati".

Si può parlare di “vera influenza” solo se sono presenti contemporaneamente: febbre sopra i 38 °C a insorgenza brusca, dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, mal di gola. Altrimenti si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali

Anche il picco della malattia dipenderà dal tempo: "L'unica cosa certa è che l'influenza arriva quando le temperature non solo calano in modo significativo, ma restano anche basse per un certo periodo di tempo" spiega il virologo. "Per questo, in genere siamo sicuri che si può parlare di influenza vera e propria da Natale in avanti. Prima potrebbe trattarsi di influenza oppure di sindromi parainfluenzali".

A parte le comuni misure igieniche, come lavarsi spesso le mani, l'unico strumento possibile per la prevenzione è la vaccinazione, consigliata in particolare agli anziani, alle donne in gravidanza e a tutti i soggetti a rischio (in questi casi è gratuita).

Per i bambini sani, la vaccinazione antinfluenzale non è inserita nei Lea, dunque non è gratuita, ma molti pediatri la consigliano comunque (sopra i sei mesi). In questi casi il vaccino si compra in farmacia e costa dai 10 ai 22 euro circa.

Esistono tre tipi principali di vaccini antifluenzali: trivalente a subunità, trivalente adiuvato e quadrivalente. Se si appartiene a una categoria a rischio e ci si reca direttamente presso l'Asl o dal proprio medico, non c'è grande possibilità di scelta: si prende quello che offre l'azienda sanitaria, che avrà fatto le sue scelte d'acquisto. In generale, comunque, Pregliasco consiglia il trivalente a subunità per i bambini tra sei mesi e tre anni, il quadrivalente per bambini sopra i tre anni e adulti e il trivalente adiuvato per gli anziani.

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