“Mi chiamo Giulio, ho 14 anni, sono affetto da autismo, ma sono anche "altro"!!! La mia classe oggi è in gita; io no! Nessuno ha avvertito la mia famiglia, quindi sono andato a scuola e mi sono trovato da solo. Peccato mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata all'aria aperta, in pulman, mi piace molto il pulman. Però "qualcuno" ha ritenuto che non era adatta a me questa giornata. Ci sono rimasto molto male ma non potendo esprirmi a parole sembra che a quel "qualcuno" non importi. Che faccio, ringrazio "qualcuno" per avermi risparmiato da una serie di emozioni bellissime che avrei potuto provare, oggi, in gita con i miei compagni all'aria aperta?"
Questo il messaggio pubblicato sulla pagina Facebook dell'associazione Autismo Livorno Onlus. Il messaggio è di Giulio, ragazzino autistico di 14 anni rimasto a casa dalla gita scolastica la scorsa settimana. La sua classe è infatti partita lasciandolo con l'insegnante di sostegno.
Come riporta in un'intervista "Il fatto quotidiano: "Erano tutti in gita – dice la mamma al FattoQuotidiano.it – ma noi non ne sapevamo nulla. O meglio, ce lo ha detto l’insegnante di sostegno solo mezz’ora prima che Giulio arrivasse a scuola”. La scuola si difende parlando di un semplice difetto di comunicazione e aggiunge che “per Giulio stiamo dando tutto”.
E' la terza gita scolastica per la classe: alle prime due, su decisione dei genitori, Giulio non aveva partecipato. E' stato dato per scontato che il ragazzo non partecipasse neppure alla terza. I genitori continuano: “Non c’è malafede, ma non ci hanno coinvolto”.
Il web intanto non ci sta e sono subito comparsi sui social network foto e scritte con l'hashtag #iosonogiulio. L'iniziativa è partita da un amico della famiglia: “Anche lui – spiega la madre di Giulio – ha un figlio autistico: ha lanciato quest’iniziativa dopo aver sentito la nostra storia”.
Il caso di Giulio non è però isolato. Stessa sorte per Luigi, ragazzino autistico di Isernia di 15 anni, che frequenta la Media di Pozzilli, lasciato da solo in classe senza avvisi mentre i compagni erano in gita scolastica.
A denunciare l'accaduto è stato il padre del ragazzo, Mauro Cantile.