Nel paese dei ghiacci e dei geyser continua inarrestabile la corsa dei diritti per raggiungere l'uguaglianza assoluta tra uomini e donne.
Con l'ultimo provvedimento approvato dal Parlamento infatti l'Islanda ha sancito la parità retributiva per ambo i sessi in base alla professione e al tipo di prestazione fornita.
Stessa mansione, stesso salario
La legge, severissima, obbligherà enti pubblici e privati, nonché qualsiasi tipo di azienda con più di 25 dipendenti, a retribuire con il medesimo trattamento sia i lavoratori che le lavoratrici.
Le grandi imprese avranno tempo fino al 2020 per conformarsi alla novità legislativa, mentre le aziende più piccole godranno di una proroga fino al 2025.
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E se alla fine del processo d'inserimento simili disposizioni non venissero sempre rispettate? La nuova direttiva prevede multe fino a 50.000 corone islandesi (circa 450 euro) per ogni singolo caso di violazione della normativa.
Il rapporto, basato su una serie di fattori come le opportunità economiche, la partecipazione alla vita politica, l'aspettativa di vita e l'accesso alle cure sanitarie, valuta lo status delle differenze di genere da Paese a Paese.
Tra i primi 5 posti del Global Gender Gap Report 2017 compaiono infatti Islanda, Norvegia, Finlandia, Rwanda e Svezia. Italia terzultima.
Benché la strada sia ancora molto lungo, il caso islandese rappresenta un passo decisivo verso l'uguaglianza di genere, soprattutto perché ottenuto al termine di una fase storica durante la quale il gap retributivo è sceso dal picco del 37% alla quota minima mai raggiunta, intorno al 12%.
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