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La fine di un amore: si separa il papà simbolo della lotta per i diritti delle famiglie gay

di Niccolò De Rosa - 11.09.2017 - Scrivici

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Fonte: Facebook/ Claudio Rossi Marcelli
La storia d'amore tra Claudio Rossi Marcelli ed il suo partner è finita, ma nonostante la rottura, i loro tre figli continueranno ad avere due genitori molto presenti

In questo articolo

Si erano detti di sì più di 14 anni fa, diventando un faro per chi lottava per il diritto di veder riconosciuto legalmente il proprio amore, ma ora la loro storia è giunta al capolinea. Ad annunciarlo è stato lo stesso Claudio Rossi Marcelli, il simbolo della battaglia "arcobaleno": «Io e Manlio ci siamo lasciati»., ha scritto su Facebook.

La storia

Conosciuti nel 1996, Claudio e Manlio hanno vissuto anni di tribolazioni e passioni intense, tanto che nel 2003 hanno deciso di mettersi alla testa di tutte quelle coppie omosessuali che non volevano più vivere il loro legame nascosti nell'ombra.

Da allora ne hanno passate tante insieme: lotte, manifestazioni, un libro pubblicato (E il cuore salta un battito, edito Mondadori), il matrimonio in Svizzera nel 2011 e, soprattutto, tre splendidi figli, le gemelle Clelia e Maddalena (2007) e Bartolomeo (2011), avuti dalla medesima madre-surrogato.

Ora però, come accade per molte coppie, l'amore con Manlio è finito e Claudio, che danni cura una rubrica di consigli per genitori su Internazionale, ha voluto rendere noto il tutto con un toccante post su Facebook, sottolineando ancora una volta come i figli saranno sempre al centro del loro mondo:

 

Il Post
In questi anni si è creata una comunità di persone che seguono con affetto me e la mia famiglia. E in nome di quell’affetto oggi vorrei condividere con voi un’importante novità che ci riguarda: diversi mesi fa io e Manlio ci siamo separati. Dopo un lento ma inesorabile cambiamento del nostro rapporto che non siamo riusciti a fermare, abbiamo deciso di continuare da amici. E da co-genitori. Perché, anche se io e lui non siamo più una coppia, noi cinque restiamo a tutti gli effetti una famiglia.
Siamo giunti a questa decisione alla fine di un percorso faticoso e molto doloroso, eppure non voglio vederla come una fine ma piuttosto come come un’evoluzione. Passare vent’anni insieme è un’impresa enorme che va celebrata e sarebbe ingiusto considerarla un fallimento solo perché, invece di venti, gli anni non sono stati trenta o quaranta. In vent’anni il nostro rapporto è cambiato profondamente e noi non abbiamo potuto far altro che accettarlo.
Sono consapevole del fatto che nel frattempo siamo diventati un punto di riferimento per alcune persone. Soprattutto per i più giovani il solo fatto che noi esistessimo ha aperto una serie di possibilità nella loro vita. E questo mi ha sempre riempito di orgoglio, perché mi sembrava di poter spargere un po’ della nostra felicità su persone che ne avevano bisogno. Eppure non abbiamo mai ambìto a diventare un modello. Quello che ho cercato di raccontare nei miei libri, nei miei post, nelle nostre foto era la nostra normalità. Noi non eravamo né migliori né peggiori degli altri. E oggi sento di poter trasmettere ancora lo stesso messaggio, ai nostri bambini prima che a tutti gli altri: siamo una coppia come tutte le altre, e le coppie a volte si lasciano.
Io e Manlio comunque siamo cresciuti insieme, abbiamo avuto tre figli meravigliosi insieme e continueremo a far parte l’uno della vita dell’altro. Non esistono divorzi felici, ma stiamo cercando di vivere questa fase della nostra famiglia con l’ottimismo che abbiamo avuto finora e con la speranza che i prossimi vent’anni possano essere belli come i primi, anche se con un equilibrio diverso.
-Claudio

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