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La pupù dei bambini ci può dire quanto sono intelligenti?

di Niccolò De Rosa - 21.07.2017 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Uno studio ha associato la presenza di alcuni batteri presenti negli escrementi dei bebè con le loro capacità cognitive

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Il contenuto di un pannolino potrebbe darci qualche indizio sulle capacità cognitive del nostro bebè. A pensarlo è uno studio della School Medicine dell'Università della California che è mette in relazione le varietà di batteri presenti nell'apparato digerente dei neonati con le loro facoltà psico-fisiche.

Metodi e risultati derivati da tale ipotesi sono state pubblicate recentemente sulla rivista Biological Psychiatry.

La ricerca

Analizzando le feci di 89 bambini di un anno d'età, gli scienziati hanno classificato i vari campioni in tre macro-gruppi differenti in base al tipo di batterio maggiormente presente: quelli con alti livelli di Bacteroidi, quelli con un alta concentrazione di Faecalibacterium e quelli con molti microbi appartenenti alla famiglia Ruminococcacaea.

Il passo successivo, ad un anno di distanza, è stato testare i soggetti coinvolti utilizzando il metodo della Mullen Scales, un sistema di valutazione utile per verificare risposte motorie, abilità percettive e sviluppo del linguaggio.

Tutti i punteggi sono stati poi comparati con i risultati delle analisi fecali precedenti.

Si è scoperto così che i bimbi con un'alta concentrazione di Bacteroidi nella pupù avevano quasi sempre ottenuto performance migliori degli appartenenti agli altri due gruppi.

In più si è notato come la presenza quasi esclusiva di un solo batterio all'interno delle feci fosse spesso associata a prestazioni più alte rispetto a chi invece presentava una maggiore varietà.

«All'inizio pensavamo che i bambini con un'alta diversità microbiotica avrebbero fatto meglio degli altri» ha affermato Rebecca Knickmeyer, professore associato dei psichiatria alla UNC’s School of Medicine. L'esito della ricerca invece sembra smentire tale tendenza.

Il collegamento tra batteri intestinali e capacità cognitiva è ancora molto oscuro (l'esiguo campione dello studio non basta per redigere un paradigma scientifico valido) e sembra essere influenzato anche da molti fattori esterni come l'etnia dei genitori o la presenza di fratelli o sorelle più vecchi.

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