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Latte artificiale: ancora troppi contaminanti pericolosi secondo Altroconsumo

di Irma Levanti - 21.12.2016 - Scrivici

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L'organizzazione di consumatori si è concentrata su alcuni contaminanti che derivano da processi di raffinazione degli oli vegetali utilizzati nelle formule: molti prodotti superano i livelli tollerabili. Va detto però che i reali effetti sull'uomo di queste sostanze non sono ancora noti.

In questo articolo

Molte marche di latte artificiale contengono livelli superiori alla soglia tollerabile di contaminanti potenzialmente pericolosi per la salute umana.

A denunciarlo è una nuova inchiesta del mensile Altroconsumo, che ne segue una già pubblicata nel giugno scorso e che rilancia una raccolta firme del mensile stesso per chiedere alla Commissione europea di fissare limiti di legge adeguati e obbligatori per queste sostanze nei prodotti alimentari e in particolare in quelli per l'infanzia.

Si tratta del 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e dei derivati del glicidolo, sostanze che si formano durante i processi di raffinazione industriale per riscaldamento degli oli vegetali: in particolare, ma non solo, olio di palma. Un rapporto dell'Autorità europea sulla sicurezza alimentare (EFSA) dello scorso maggio aveva sottolineato che, secondo gli studi scientifici disponibili - condotti per ora solo su modelli animali - il 3-MCPD causerebbe una certa tossicità per reni e testicoli mentre, sempre negli animali, i derivati del glicidolo potrebbero causare un aumento del rischio di alcune forme di tumore in quanto capaci di danneggiare il DNA.

Non solo: secondo gli esperti EFSA, il vero problema sta nel fatto che, in Europa, neonati, lattanti, bambini e adolescenti assumerebbero in media più 3-MCPD e GE di quanto consigliato, attraverso il consumo di latte artificiale o dolciumi e merendine contenenti olio di palma o altri oli vegetali. È esattamente quanto ha confermato Altroconsumo nel corso delle sue inchieste.

In particolare, l'organizzazione di consumatori ha di recente sottoposto ad analisi 13 marche differenti di latte artificiale, scoprendo che ben 10 superano la soglia tollerabile di 3-MCPD: come riportato sulla rivista, si va da valori che sono di poco superiori alla dose giornaliera tollerata a valori 2-3 volte superiori, fino a un caso estremo nel quale sono stati riscontrati valori quindici volte superiore al limite di sicurezza. Due dei campioni analizzati, inoltre, contenevano anche GE, che dovrebbero proprio essere assenti.

A questo punto, però sorge spontanea la domanda di cosa fare di queste informazioni.

Significa che bisogna abbandonare immediatamente il latte artificiale? Nostrofiglio.it aveva già posto la domanda a Patrizia Hrelia, professore ordinario all'Università di Bologna e presidente della Società italiana di tossicologia. Secondo Hrelia, va bene un atteggiamento di cautela, ma senza demonizzazioni. Intanto, perché i dati disponibili su queste sostanze contaminanti provengono da studi su animali, mentre non ci sono certezze derivanti da indagini fatte appositamente nella nostra specie. In secondo luogo perché le dosi tollerabili consigliate sono sempre calcolate in modo da lasciare ampi margini di sicurezza, per cui superare la soglia non significa trovarsi immediatamente a livelli tossici.

E a una conclusione analoga arriva anche l'inchiesta di Altroconsumo, che ribadisce l'intenzione di non voler creare allarmismo ingiustificato tra le mamme che usano il latte artificiale. L'intento è soprattutto quello di sollecitare da un lato i produttori a modificare le formule del latte artificiale, per renderle sempre più sicure, e dall'altro i decisori politici, in particolare a livello europeo, a prendere sul serio la questione. Fissando nuovi limiti stringenti sui contaminanti da processo in tutti gli oli vegetali e negli alimenti che li contengono.

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