L'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha stabilito nuovi livelli di sicurezza per una sostanza che si produce durante la lavorazione industriale dell'olio di palma (e altri oli vegetali), considerata potenzialmente pericolosa per la salute umana.
Si tratta del 3-MCPD, monocloropropandiolo, messo sotto accusa da un precedente parere scientifico dell'Efsa stessa, pubblicato nel 2016. Ora, sulla base dei nuovi parametri l'Agenzia conclude che non dovrebbero esserci rischi per i consumatori. Anche se rimane qualche preoccupazione in più per i bambini alimentati con sololatte artificiale, che in alcuni casi potrebbero superare i livelli di sicurezza stabiliti.
Il precedente
Nel giugno 2016, gli esperti del gruppo di lavoro sui contaminanti alimentari dell'Efsa avevamo pubblicato un parere su due gruppi di sostanze in particolare: i derivati del glicidolo (GE) e il 3-MCPD: tutti contaminanti che si formano durante i processi i raffinazione industriale degli oli vegetali, e soprattutto di quello di palma. E possono dunque essere presenti nei prodotti contenenti olio di palma, come biscotti, merendine, creme spalmabili, ma anche latte formulato.
Sulla base dei dati disponibili - tutti raccolti da esperimenti condotti su animali - gli esperti avevano concluso che i derivati del glicidolo possono avere un effetto genotossico, cioè in grado di danneggiare il Dna, causando un aumento del rischio di alcune forme di tumore in caso di consumi elevati e protratti nel tempo. Il parere indicava un margine di esposizione, sotto il quale potrebbero esserci rischi per la salute. Di fatto, per stare proprio tranquilli i GE dovrebbero essere assenti da quello che mangiamo.
Per quanto riguarda il 3-MCPD, le indagini rendevano conto di una certa tossicità per reni e testicoli, con possibili effetti negativi sulla fertilità maschile, in conseguenza della quale il documento suggeriva una dose giornaliera tollerabile di 0,8 microgrammi per kg di peso corporeo. Ed è proprio su questa soglia che interviene il nuovo parere dell'Efsa.
Il nuovo parere
Rianalizzando i dati disponibili secondo una nuova metodica, il livello di sicurezza risulta più alto, e la dose giornaliera tollerabile sale a 2 microgrammi per kg di peso corporeo. Un dato più in linea con quello indicato da un altro ente istituzionale, il Comitato congiunto Fao/Organizzazione mondiale della sanità sugli additivi alimentari.
Sempre nel 2016, un documento di questo Comitato aveva infatti posto il valore tollerabile a 4 microgrammi per kg di peso corporeo.
A questo punto, i consumi medi di 3-MCPD per la popolazione europea, stimati sempre da Efsa, risultano all'interno di un margine di sicurezza. Anche perché negli ultimi anni il contenuto di olio di palma nei prodotti alimentari si è molto ridotto: sono ormai moltissime le linee "palma-free".
L'unica eccezione potrebbe riguardare i lattanti alimentati solo con latte artificiale, perché in alcuni casi potrebbe esserci un minimo sforamento del nuovo valore soglia proposto. Ma attenzione: questo non significa che automaticamente i bambini che bevono latte formulato siano a rischio. Tanto per cominciare, tutti i dati disponibili derivano da studi su animali, e manca la conferma definitiva che i rischi visti in topi e ratti valgano anche per noi. Anzi, il nuovo parere Efsa auspica proprio che questa lacuna conoscitiva venga colmata presto.
In secondo luogo, bisogna ricordare che le soglie sono sempre calcolate in modo da lasciare ampi margini di sicurezza. Come aveva dichiarato la tossicologa Patrizia Hrelia a nostrofiglio.it, "Superare la soglia non significa trovarsi immediatamente a livelli tossici: molto probabilmente, la dose davvero tossica si ha per esposizioni 10 o 100 volte superiori a quelle previste".
Derivati del glicidolo: le cose non cambiano
Una precisazione: il nuovo parere Efsa si riferisce a uno solo dei contaminanti presi in considerazione nel 2016, il 3-MCPD. L'Agenzia fa sapere che rimangono valide le "vecchie" indicazioni per i derivati del glicidolo (GE), sostanze che possono danneggiare il Dna e provocare il cancro e che sono oggetto di un progetto di legge europeo che punta proprio a ridurne i livelli negli alimenti.
In questo caso, dunque, il problema rimane: un'inchiesta pubblicata da Altroconsumo nel 2016 aveva evidenziato la presenza di GE in alcuni campioni di latte artificiale analizzati.