Purtroppo, in Italia, per almeno un terzo dei genitori (35,1%) è un vero e proprio problema conciliare figli e lavoro. Il discorso vale soprattutto per le donne.
Infatti, in base al report Istat sull'anno 2018, il tasso di occupazione delle
mamme tra 25 e 54 anni che si occupano dei figli fino a 14 anni è del 57%, mentre per i papà è dell'89,3%.
Purtroppo, l'interruzione del lavoro o il mancato ingresso nel mercato del lavoro riguarda soprattutto le donne. In Italia l'11,1 % delle madri non ha mai lavorato per potersi prendere cura dei figli.
Inoltre, nel 2018, tra le donne da 18 a 64 anni che hanno avuto figli, coloro che hanno interrotto l’attività lavorativa per un determinato periodo di tempo per poter stare con i figli piccoli sono quasi il 50%.
I servizi pubblici o privati, come asili nido, scuole materne, ecc., sono usati da pochissime persone, ossia da poco meno di un terzo degli italiani. Il 38% si avvale invece dell'aiuto di familiari, soprattutto nonni.
Complessivamente, i servizi pubblici o privati sono reputati costosi. Le motivazioni per le quali non si ricorre ad essi sono perché troppo costosi (9,6%) oppure per mancanza di posti disponibili (4,4%). Le mamme del Mezzogiorno sono quelle fanno meno ricorso ai servizi.
Infine, solo il 31% delle famiglie che hanno figli fino a 14 anni si avvale di servizi pubblici o privati, mentre le coppie con entrambi i genitori occupati e con figli dagli 0 ai 5 anni sono quelle che, in generale, fanno più ricorso ai servizi (63,7%).
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Ha figli o pensa di averne? Le domande scomode (e illegali) al colloquio di lavoro
Un colloquio di lavoro dovrebbe concentrarsi fondamentalmente su un solo elemento: il lavoro. Succede, invece, che i responsabili delle risorse umane o i datori di lavoro allarghino il raggio, in fase di colloquio, alla sfera familiare e personale della candidata, in particolare con la fatidica domanda sulla presenza (o sul progetto futuro) dei figli, troppo spesso considerati come un ostacolo alla carriera. È bene sapere che ci sono dei limiti ben chiari, stabiliti dalla legge oltre che dalla sensibilità e dal buon senso. Ne parliamo con Cristina Polga, esperta di orientamento professionale.Crea la tua lista nascita
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