Liquirizia in gravidanza
Mangiare troppa liquirizia in gravidanza potrebbe avere effetti negativi a lungo termine sullo sviluppo cognitivo e, almeno nel caso delle femmine, puberale del bambino. Lo affermano i risultati di uno studio pubblicato sull'American Journal of Epidemiology da un gruppo di ricercatori finlandesi che da anni si occupano dell'argomento, e che concludono la loro indagine sconsigliando alle donne in attesa di consumare liquirizia. Ma davvero questa pianta, utilizzata in fitoterapia per il trattamento di disturbi digestivi ma anche come componente di vari dolciumi, è così pericolosa? E per quale motivo?
Lo studio finlandese
Katri Räikkonen e colleghi dell'Università di Helsinki seguono da anni un gruppo di bambini nati nel 1998 da donne alle quali, durante la degenza in ospedale per il parto, era stato chiesto un resoconto sul consumo di prodotti contenenti liquirizia (in particolare dolciumi) durante la gravidanza. A partire dai dati raccolti, i ricercatori hanno stimato per ciascuna donna il consumo medio settimanale di glicirrizina, una sostanza contenuta appunto nella liquirizia e responsabile di alcuni dei suoi effetti più significativi.
Già qualche anno fa gli studiosi avevano pubblicato un articolo nel quale riportavano che, a 8 anni di età, i figli di madri che in gravidanza avevano consumato più di 500 milligrammi di glicirrizina alla settimana avevano un maggior rischio di qualche deficit cognitivo (riduzione di alcune abilità verbali e di memoria) o di disturbi del comportamento (aggressività, carenza di attenzione).
"Per capirci - sottolinea Räikkonen - 250 grammi di caramelle morbide alla liquirizia possono contenere circa 700 milligrammi di glicirrizina, mentre 40 grammi di confetti duri possono contenerne ben 1700 milligrammi".
Ora è arrivata la prosecuzione dell'indagine, che ha riguardato ragazzini di circa 12 anni e che di fatto ha confermato i primi risultati. Si è infatti osservato che i figli delle donne che avevano consumato troppa liquirizia tendevano ad avere un quoziente d'intelligenza inferiore (7 punti in meno di media) rispetto ai figli di donne che avevano consumato meno di 250 milligrammi di glicirrizina alla settimana, e anche un maggior rischio di disturbi comportamentali come il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ADHD.
Non solo: i ricercatori hanno anche osservato che le figlie delle grandi consumatrici di liquirizia tendevano ad andare incontro a uno sviluppo puberale più precoce.
L'effetto "stressante" della liquirizia
Secondo gli autori, tutto ciò dipenderebbe da una particolare azione della glicirrizina sulla placenta, azione in grado di simulare condizioni di elevato stress materno. Si pensa - anche se mancano ancora prove certe e definitive in questo senso - che uno stress materno troppo elevato possa avere conseguenze sullo sviluppo fetale, con aumento dei rischi di disturbi cognitivi e di comportamento del bambino. A mediare questo effetto sarebbe un ormone chiamato cortisolo, che è appunto l'ormone dello stress.
In condizioni fisiologiche, la placenta è in grado di bloccare il passaggio del cortisolo al feto. Se però di cortisolo ce n'è troppo (se cioè la mamma è troppo stressata) questa barriera non funziona più, e il cortisolo arriva al feto. Ebbene, lo stesso accadrebbe anche se in circolo c'è troppa glicirrizina - se cioè la mamma ha mangiato troppa liquirizia - perché questa sostanza è capace di inattivare il meccanismo di barriera anticortisolo della placenta.
E allora, liquirizia sicura o dannosa?
Preoccupate per quelle caramelle - o bastoncini, o tisane, o gelati - alla liquirizia che avete mangiato senza pensarci su? In realtà non è il caso di allarmarsi esageratamente. Certo, lo studio finlandese deve destare attenzione, ma in realtà i risultati riportati sono per ora solo preliminari, anche perché il campione analizzato era troppo piccolo per trarre conclusioni generali e certi aspetti vanno indagati meglio di come è stato fatto finora. Non solo: lo studio fa riferimento a consumi molto elevati di liquirizia, che sono effettivamente abbastanza comuni in Finlandia, ma non in Italia.
D'altra parte, un altro studio precedente, sempre finlandese, aveva sottolineato il rischio di parto pretermine in caso di consumi sempre elevati di liquirizia.
Ed è ben noto che, se consumata in eccesso, tende a far alzare la pressione: un effetto che in gravidanza è meglio evitare.
Dunque, la conclusione che si può trarre, per il momento, è una sola: quando si aspetta un bimbo, la liquirizia va consumata con moderazione. Qualche caramella, un dolce o una tisana che la contengano non fanno certo male se presi ogni tanto, ma per precauzione è meglio evitare di mangiarne troppa.
Revisionato da Francesca Capriati