Era il loro viaggio della speranza: da Bodrum in Turchia sarebbero dovuti arrivare all’isola greca di Kos e da lì raggiungere l'Europa. Ultima destinazione: il Canada. Invece sono stati travolti dalle onde: del gruppo di 23 migranti siriani in fuga dalla guerra, sarebbero morte almeno 12 persone, tra cui il bimbo della foto.
Secondo i media turchi, ripresi dal Guardian, il bambino aveva tre anni e si chiamava Aylan Kurdi. Era di Kobane, a Nord della Siria e al confine con la Turchia, città che da due anni è teatro di scontri violenti tra le milizie curde e l'esercito islamico dell'Isis. (Leggi anche: come spiegare l'Isis ai ragazzi)
La famiglia di Aylan stava facendo l'ultimo disperato tentativo di raggiungere i parenti in Canada. Secondo quanto riporta il Guardian, citando media canadesi, con Aylan sarebbero morti anche il fratellino Galip di cinque anni e la mamma Rehan, mentre è sopravvissuto il padre Abdullah. Dopo la tragedia ha telefonato ai parenti, dicendo queste parole: "Mia moglie e i miei due bambini sono morti," ha scritto il National Post, citando come fonte Teema Kurdi, parrucchiera a Vancouver e zia dei bambini.
La zia Teema aveva tentato invano di far ottenere il visto da rifugiati politici per la famiglia di Aylan per trasferirsi in Canada. La richiesta era stata rifiutata in giugno.
Le immagini choc hanno fatto il giro del mondo attraverso i social network con l’hashtag #KiyiyaVuranInsanlik (l’umanità che si è schiantata contro gli scogli).
Abbiamo deciso di pubblicarle, come diversi altri media (come noi La Stampa, il Guardian, l'Indipendent e molti altri) perché pensiamo che fare informazione significhi anche questo.
Davanti a queste foto non è possibile non fermarsi e non diventare consapevoli di quello che sta succedendo a pochi chilometri da noi. Magari sulle stesse spiagge dove i nostri bambini si sono divertiti a fare castelli.
I bambini dovrebbero soltanto giocare sulla spiaggia. Non morire così.
La tragica immagine toglie ogni ombra di dubbio sul pericolo che corrono i bambini e le famiglie che scappano dai loro Paesi in guerra per cercare un futuro migliore in Europa. La rotta tra Bodrum e l’isola di Kos è una delle più utilizzate per raggiungere l’Europa. L’Unhr (l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) calcola che circa 205mila migranti sono arrivati in Europa dalla Grecia, attraverso le isole. La grande maggioranza (69%) sono siriani, seguiti dagli afgani, iracheni e somali.
Su Twitter abbiamo trovato foto dei due fratellini. Eccoli
Aylan Kurdi, the 3 yr old who washed up at Antalya and captured the world's attention, as he should be remembered: pic.twitter.com/PW75JIdHoV
— Michael Weiss (@michaeldweiss) 2 Settembre 2015
The toddler in perspective. The moral abyss of our world. By Syrian Artist Wissam Al Jazairy #KiyiyaVuranInsanlik pic.twitter.com/gcYuRkjaAX
— Amro Ali (@_amroali) 3 Settembre 2015
L'inferno è la realtà in cui viviamo
A questo bimbo non è stato permesso di crescere
He was never allowed to grow up. #AylanKurdi #KiyiyaVuranInsanlik #refugeecrisis HT: @shablibi pic.twitter.com/9j45wxxesA
— Amro Ali (@_amroali) 3 Settembre 2015
Questo bambino avrebbe dovuto giocare sulla spiaggia. Non morirci. Vergognati Signor Cameron
This little boy should have been playing on a beach, not dying on it. Shame on you Mr Cameron #KiyiyaVuranInsanlik pic.twitter.com/8Id6L0wkXL
— Paul Childs (@paulmjchilds) 2 Settembre 2015
Come scrive un utente su Twitter, la storia avrebbe dovuto finire così
How his story should have ended... #SyrianRefugees #KiyiyaVuranInsanlik pic.twitter.com/nXgpV7tZWr
— Steve Dennis (@SteveDennis71) 3 Settembre 2015
Leggi anche: Siria, le foto del bambino simbolo della guerra
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