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Meningite in Lombardia, facciamo il punto

di Irma Levanti - 10.01.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
In un territorio ristretto sulla sponda meridionale del lago d'Iseo si sono verificati cinque casi di meningite meningococcica in poche settimane. Ecco come stanno rispondendo le autorità.

In questo articolo

Cosa sta succedendo

Cinque casi di meningite, con due decessi, in poche settimane a cavallo delle festività natalizie: è quello che si sta verificando in un territorio ristretto che interessa i comuni sulla sponda meridionale del lago d'Iseo, facendo preoccupare i cittadini lombardi, ma in generale italiani. Perché la meningite è, giustamente, una malattia che fa paura.

Come spiega il sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità, quattro dei cinque casi sono stati causati dal meningococco di ceppo C, uno da meningococco di ceppo B. Secondo Marco Rizzi, direttore dell'unità complessa di malattie infettive dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ne ha parlato ieri ai microfoni della trasmissione Radio3 Scienza, il ceppo più coinvolto, il C, "è un batterio con caratteristiche particolari in termini di facilità di trasmissione e di gravità di malattia". Tra l'altro, è lo stesso ceppo che ha causato un focolaio epidemico in Toscana, in Val d'Arno, nel 2015-2016.

A destare allarme nella situazione lombarda è il fatto che si sta registrando un numero di casi un poco superiore all'atteso: ricordiamo che la meningite meningococcica provoca circa 200 casi all'anno in Italia, una trentina in Lombardia.

Il lieve aumento dei casi rispetto all'atteso rimane valido anche considerando che – come sottolinea in un comunicato stampa Massimo Galli, ex presidente della Simit, Società Scientifica Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – gennaio è proprio il mese con più segnalazioni di meningite da meningococco. "Questo batterio è trasmesso per via aerea, resiste poco nell'ambiente esterno e viene pertanto 'passato' da una persona all'altra per contatti stretti facilitati da ambienti chiusi ed affollati. Da qui la maggior frequenza di casi di meningite meningococcica nei mesi invernali".

Come stanno reagendo le autorità sanitarie lombarde

In due modi:

  • con la somministrazione di antibiotici preventivi a chi è stato a stretto contatto con tutte le persone che si sono ammalate nei 10 giorni precedenti l'esordio della malattia;
  • con un piano straordinario di vaccinazione della popolazione interessata (quella appunto dell'area geogragica coincidente con la parte meridionale del lago d'Iseo). Il vaccino viene offerto gratuitamente e attivamente a tutte le persone della zona fino a 60 anni d'età.

Ricordiamo che nel nostro paese la vaccinazione contro il meningococco C è raccomandata ma non obbligatoria e che il piano vaccinale nazionale prevede la somministrazione del vaccino MenC a tutti i bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi, in concomitanza con il vaccino MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia).

Per gli adolescenti è indicato invece il tetravalente ACWY, che copre anche contro altri ceppi di meningococco.

Sempre secondo Galli, "nel 2018 i bambini di due anni che in Italia risultavano vaccinati per il meningococco C erano l'84,93% . Una più ampia copertura vaccinale nei bambini porterebbe anche alla riduzione della circolazione dei meningococchi tra gli adulti".

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