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Messico: altri bambini con "tre genitori" potrebbero arrivare nel 2017

di Irma Levanti - 09.01.2017 - Scrivici

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La clinica dove l'anno scorso è venuto alla luce il primo bambino concepito con la tecnica di trasferimento dei nuclei per la prevenzione delle malattie mitocondriali annuncia al settimanale New Scientst di essere in stretto contatto con altre 20 coppie. Nuovi concepimenti potrebbero arrivare a breve.

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Era il 6 aprile 2016 quando, in una clinica messicana, veniva alla luce il primo bambino "figlio di tre genitori".

O, meglio, concepito grazie a una tecnica di procreazione assistita che, unendo il Dna di tre persone differenti - i genitori e un donatore - permette di evitare la trasmissione di un tipo particolare di malattie genetiche, le malattie mitocondriali.

Ora il direttore della clinica Alejandro Chavez-Badiola annuncia al settimanale britannico New Scientist di avere in programma di utilizzare la stessa tecnica per altre 20 gravidanze nella prima metà del 2017.

La via del Messico


In realtà la decisione di proseguire con ulteriori trattamenti non è ancora stata presa definitivamente, ha chiarito a New Scientist uno stretto collaboratore di Chavez-Badiola, il genetista Taosheng Huang dell'ospedale pediatrico di Cincinnati. E' certo però che la clinica è in contatto con altre coppie di genitori che, dopo il successo del primo trattamento, vorrebbero tentare la stessa strada.

La clinica ha un centro anche a New York, e proprio a questo centro si era rivolta la coppia che ha poi dato alla luce il primo bambino con "tre genitori". Negli Stati Uniti, però, la tecnica non è stata ancora approvata, mentre in Messico è stato possibile utilizzarla perché non ci sono restrizioni specifiche in merito. Per quanto riguarda l'Europa, al momento il Regno Unito è l'unico paese in cui sia stata approvata, anche se non è stata ancora effettivamente applicata.

Le malattie mitocondriali


La tecnica in questione è stata sviluppata per offrire una chance in più alle coppie portatrici di particolari malattie genetiche chiamate malattie mitocondriali. Si tratta di malattie causate da alterazioni nel Dna dei mitocondri, che sono gli organelli cellulari deputati alla produzione di energia (in pratica, la centrale energetica della cellula).

In effetti, quando parliamo di Dna pensiamo automaticamente a quello contenuto nei cromosomi, il più abbondante e responsabile di tutte le nostre caratteristiche genetiche più o meno evidenti (dal colore degli occhi alla forma del naso ad alcuni tratti della personalità, per intenderci).

Oltre a questo, però, tutti noi ne possediamo anche un altro tipo: il Dna dei mitocondri. È una molecola piccola che comprende solo 37 geni (contro i 20-22 mila del Dna dei cromosomi) coinvolti esclusivamente nei meccanismi di produzione dell'energia. È comunque un DNA molto importante perché alterazioni nella sua sequenza possono provocare malattie anche molto gravi.

Mentre il Dna dei cromosomi è ereditato per metà dalla mamma e per metà dal papà, quello mitocondriale è ereditato solo dalla mamma, perché è la cellula uovo a fornire i primi mitocondri all'embrione. Quelli del papà vanno invece persi, perché sono contenuti nella coda dello spermatozoo, che al momento della fecondazione rimane fuori dalla cellula uovo. Quindi, se il DNA mitocondriale della mamma presenta delle alterazioni, queste passano ai figli.

La tecnica di sostituzione dei mitocondri: ecco come funziona


Per evitare il passaggio di Dna mitocondriale alterato dalla mamma ai figli, i ricercatori hanno messo a punto una tecnica di sostituzione dei mitocondri che prevede di fatto il trasferimento di nuclei cellulari appartenenti a ovociti di due persone differenti: la mamma (portatrice della malattia) e una donatrice (senza problemi mitocondriali).

In pratica, da un ovocita materno viene prelevato il nucleo, contenente tutte le informazioni genetiche più importanti e caratterizzanti, che viene poi inserito in un ovocita donato, a sua volta privato del nucleo. A differenza di quello materno, l'ovocita donato contiene mitocondri sani. La cellula risultante viene poi fecondata con lo sperma del padre.

Efficacia e sicurezza della tecnica


In realtà non ci sono molti dati disponibili sulla reale sicurezza ed efficacia della tecnica, perché finora un solo bambino è nato grazie alla sua applicazione, e le informazioni complete relative alle sue condizioni devono ancora essere rese pubbliche: per il momento si sa solo che ha 9 mesi e sta bene.

Alcuni esperti sottolineano che potrebbe non essere sempre efficace, perché il nucleo materno porta sempre con sé qualche mitocondrio.

Anche se in numero veramente ridotto, questi mitocondri "malati" potrebbero - in alcuni rari casi - vanificare tutta la procedura.

Altri sollevano dubbi di natura etica, sostenendo che non sia giusto "creare" bambini con "tre genitori". Molti studiosi, però, si oppongono a questa definizione, perché di fatto le caratteristiche del bambino vengono dal Dna dei due genitori naturali, mentre la sostituzione di mitocondri rappresenterebbe né più né meno che la sostituzione di una batteria difettosa.

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