La foto ricorda quella del piccolo Aylan di quattro anni fa.
Padre e figlia di due anni, morti annegati con il corpo riverso a faccia in giù nel Rio Grande mentre cercano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti.
L'immagine rischia di diventare il simbolo della tragedia dei migranti che dal Centro America fuggono verso il Nord agiato. Un po' come quella di Aylan era diventato il simbolo della migrazione verso l'Europa.
Tre anni, il piccolo Aylan Kurdi insieme alla famiglia stava scappando dalla guerra in Siria. Dalla Turchia alla Grecia, destinazione Canada. Il suo viaggio si è interrotto tra Bodrum e Kos, travolto dalle onde. La sua immagine, con il corpicino riverso in riva al mare, ha scosso l'opinione mondiale.
Figlia e papà hanno un nome. Lui è Oscar Alberto Martinez, cittadino del Salvador. Lei Angie Valeria, due anni.
Pantaloncini rossi lei. Scarpine ancora indosso. Il braccio intorno al corpo del papà, sulle sue spalle. A unirli una maglietta, quella del padre. Forse usata per guadare insieme il fiume e non disperdersi. Lui invece è scalzo, in pantaloni a righe. I corpi sono riversi a testa in giù nell'acqua della riva del Rio Grande, il fiume che fa da confine naturale tra Messico e Usa. Sono in un canneto, con l'acqua sporca di fango.
Sono stati trovati lunedì, la disgrazia sarebbe invece avvenuta domenica.
Saranno rimpatriati nei prossimi giorni. Insieme al loro sono state trovate morte altre quattro persone: una donna, due bambini e un neonato.
Il ministro degli affari esteri di El Salvador ha intanto invitato le famiglie che tentano di migrare negli Usa di ripensarci: "Non rischiate". Le emittenti Usa ripropongono l'immagine in continuazione. Ma dalle autorità americane per ora c'è il silenzio.
(La redazione ha deciso di non pubblicare le foto della piccola Angie).