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Mika parla di parole e dislessia a "Stasera Casa Mika"

di Luisa Perego - 16.11.2016 - Scrivici

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Fonte: Credit: Reuters / Ints Kalnins
Un monologo sulle parole. Parole che servono ad amare, odiare, a comunicare tutto e niente. Quando era bambino queste parole gli sfuggivano via per colpa della dislessia. E' la confessione di Mika, che ieri sera, nella prima puntata della sua trasmissione Stasera Casa Mika ha lasciato tutti a bocca aperta.

Bravo, bello, simpatico e di talento. Sempre più presente sulle nostre televisioni. Prima come giudice di X Factor, ora con una trasmissione tutta sua, "Stasera Casa Mika", in onda su Rai Due da ieri sera.

E proprio ieri 15 novembre, durante la puntata d'esordio, Mika ha lasciato il pubblico a bocca aperta raccontando la sua storia. Parlando di parole e accompagnandosi al pianoforte.

Da bambino gli sfuggivano di bocca a causa della dislessia. Con le parole si può amare, odiare, comunicare tutto o niente. Le parole sono un "ponte" tra le persone.

Non ci sono solo le parole però. Ci sono anche i sorrisi e le mani.

A questo punto del discorso Mika ha intonato la canzone Hurts.

L'ha interpretata insieme a due cori, uno classico di bimbi che ha cantato insieme a lui, e un coro di mani bianchi, composto da disabili che lo hanno accompagnato con il linguaggio dei segni.

Il pezzo si è concluso con Mika che ha chiesto al pubblico di applaudire nel linguaggio dei segni.

Guarda la puntata di ieri sera di Stasera Casa Mika, sul sito di Rai Due.

Il discorso di ieri sera di Mika sulle parole



"Il mio linguaggio è quello della musica. Con le parole ho combattuto, ho fatto la guerra. Specialmente da bambino. Perché ero dislessico. Le lettere scappavano da tutte le parti e io non sapevo metterle in fila. E' per questo che so quanto sono importanti le parole. Le parole sono il nostro modo di conoscere e di farci conoscere. Fanno nascere il dialogo. Formano le storie, Fanno incontrare le persone, le fanno innamorare, le fanno odiare. Le parole fanno scoppiare le guerre e sempre le parole fanno tornare la pace. Sono la nostra merce di scambio con gli altri, la nostra moneta.
A volte ci fanno ridere, a volte ci fanno piangere come stupidi, a volte ci accarezzano come il vento, a volte ci fanno male. Parole gentili come fiori o pesanti come un pugno in faccia.
Bisogna stare molto attenti alle parole, sono potenti, tanto potenti, bisogna usarle con cura, sceglierle una per una.
E quando le parole non ci sono o non ci possono essere perché parliamo lingue differenti o perché non parliamo, ci sono i gesti, i sorrisi, le mani. Le parole sono un ponte, un vecchio ponte pericolante in mezzo a un bosco. Il ponte è lì da tanto tempo, io sono qui, tu sei dall'altra parte e camminiamo piano piano, uno verso l'altro, con le parole, un po' armati un po' indifesi e ci incontriamo."

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