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Neogenitori in carenza di sonno? Una consolazione (forse): lo sono anche i bombi

di Sara De Giorgi - 04.10.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Secondo uno studio svolto dai ricercatori della "Hebrew University of Jerusalem" non sono solo i neogenitori ad avere una cronica carenza di sonno, ma anche i bombi (insetti impollinatori della famiglia delle Api) dormirebbero molto meno mentre covano le uova, anche se si tratta di prole che non è la loro.

Un fenomeno nell'ambito del quale la maggior parte dei neogenitori può ritrovarsi è la stanchezza cronica dovuta alla mancanza di sonno. Ma gli esseri umani non sono gli unici: tutti gli animali, compresi gli insetti, hanno bisogno di dormire.

Che cosa accade con la prole al seguito?

A indagare su ciò è stato il Professor Guy Bloch, con il team del Dipartimento di "Ecology, Evolution and Behaviour" della "Hebrew University" di Gerusalemme (HUJI), mediante uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology.

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I ricercatori hanno studiato i bombi (insetti impollinatori della famiglia delle Api) mentre covano le uova e hanno scoperto che quelli che curano i piccoli dormono molto meno delle altre api, anche quando si prendono cura della prole che non è la loro.

Bloch ha affermato che il sonno degli insetti assomiglia molto al sonno delle persone e di altri animali. Smettono di muoversi, assumono la postura tipica del sonno e sono meno sensibili al rumore o al tatto.

In più, generalmente, si sa che se gli esseri umani, i roditori o gli insetti sono privati ​​del sonno, la loro salute e le loro prestazioni sono compromesse.

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Per scoprire come le attività quotidiane dei bombi influiscono sul modo in cui gli stessi dormono, i ricercatori hanno combinato registrazioni video, analisi comportamentali dettagliate, esperimenti di privazione del sonno e valutazioni della soglia di risposta.

Dallo studio è emerso che i bombi che covano i piccoli dormono molto meno degli altri: ciò avviene anche quando la covata non ha bisogno di essere nutrita e quando i piccoli non fanno parte della loro prole.

«Inoltre, dai vari esiti della ricerca è emerso che i bombi che covano hanno un meccanismo che consente loro di ridurre significativamente il sonno senza un costo per il loro cervello o per altri tessuti», ha spiegato il professore Bloch.

«Questo, ovviamente, solleva la questione: occorre capire quali siano esattamente questi meccanismi».

In particolare, tutti i risultati ottenuti dall'indagine guidata dal prof. Bloch creano dubbi sul fatto che la perdita di sonno abbia veramente un costo in termini di salute o prestazioni cognitive per i neogenitori. Potrebbe davvero essere così?

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