Niente carcere per le mamme di bambini piccoli
Una nuova legge impedirà alle donne con figli al di sotto dei sei anni di finire in carcere: la Camera dei Deputati ha approvato una nuova norma che vuole evitare che i bambini molto piccoli debbano vivere nei penitenziari con le loro madri. Adesso tocca al Senato votare la proposta.
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Niente più carcere per i bambini
Fino a oggi i figli delle donne detenute erano costretti a vivere in carcere con le proprie madri, con questa nuova legge, se verrà definitivamente approvata, si sostituirà la prigione con delle case famiglia, in modo da poter far crescere bambini così piccoli in un ambiente più sano. La proposta, intitolata "Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori", è stata avanzata dal deputato democratico Paolo Siani, medico e membro della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
L'intento, come ha spiegato anche Siani, è di fare un gesto concreto di civiltà ma anche di rispettare un diritto costituzionale, quello dei bambini a crescere in un ambiente adeguato.
Le madri condannate non andranno in prigione?
La nuova legge ha fatto molto discutere: le madri condannate non andranno in prigione? In realtà verrà evitata la custodia cautelare in carcere, ma le detenute saranno comunque inserite in un programma all'interno di case famiglia. In questo modo i bambini, per cui i primi anni di vita hanno un'importanza assoluta per quanto riguarda lo sviluppo del cervello, potranno crescere in un ambiente più sereno, anziché tra le mura di un penitenziario.
La norma si applicherà anche alle donne incinte, ed è stata approvata con 241 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti. Potrà inoltre riguardare anche i padri, qualora la madre sia deceduta o non possa occuparsi dei figli. Per poter evitare la custodia cautelare, inoltre, le madri dovranno essere residenti coi figli, cioè i bambini non dovranno essere affidati ad altri nel momento in cui la madre viene condannata.
In tutte quelle situazioni di rilevanza eccezionale, invece, il giudice potrà prevedere la custodia cautelare anche per chi ha figli conviventi con meno di sei anni, ma soltanto negli istituti a custodia attenuata per detenute madri. Nel caso di figli con disabilità grave, si prevederà poi il rinvio dell'esecuzione della pena, valido anche per i padri che hanno un figlio con meno di un anno (sempre se la madre è morta o impossibilitata a occuparsene).
Per far sì che la legge venga poi attuata, il Ministero della Giustizia dovrà stipulare delle convenzioni con gli enti locali per individuare le strutture adeguate per istituire le case famiglia, possibilmente in immobili di proprietà dei comuni, promuovendo poi attività per il reinserimento delle donne nella vita sociale una volta terminata la pena.
Un passo avanti per la giustizia italiana, che punta a tutelare i bambini piccoli che si ritrovano a vivere situazioni complesse e a crescere in contesti del tutto non adeguati al loro sviluppo psico-fisico, con conseguenze anche importanti sugli anni successivi.