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Childfree: la scelta delle donne di non avere figli

di Sveva Galassi - 12.01.2021 - Scrivici

donna
Fonte: Shutterstock
Dal 2016 sono in aumento le donne childfree , cioè le donne che decidono consapevolmente di non avere figli. Infatti, negli ultimi anni sempre più donne manifestano il desiderio di non volere figli, tra incertezza del futuro e desiderio di libertà e di autonomia. Vediamo cosa ne pensano alcuni scrittori.

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Continua a diminuire la natalità nel nostro Paese: secondo i dati Istat nel 2019 sono nati 420.084 bambini, quasi 20 mila in meno rispetto all'anno precedente e oltre 156 mila in meno nel confronto con il 2008. Il numero medio di figli per donna continua a scendere: 1,27 per il complesso delle donne residenti.

Sempre secondo i dati dell'Istat dal 2016 sono in aumento le donne childfree, ossia le donne che decidono consapevolmente di non avere figli. Infatti, negli ultimi anni sempre più donne manifestano il desiderio di non volere figli, tra incertezza del futuro e desiderio di libertà e di autonomia.

Sono soprattutto le donne laureate a non volere figli e a non prevedere la maternità nel loro progetto di vita. D'altro canto, la pandemia ha aggravato la situazione, generando incertezza sul futuro, contribuendo ad una maggiore percezione della crisi e spaventando le coppie riguardo la possibilità di mantenere un figlio o di farlo crescere in una situazione compromessa.  

Vediamo quello che pensano al riguardo autorevoli personaggi e studiosi in Italia e all'estero. 

Il movimento "childfree"

Negli ultimi anni il "movimento childfree" è cresciuto in maniera significativa. La professoressa di sociologia all'Università del Maine Amy Blackstone, autrice del saggio Childfree by choice, ha dichiarato che non vi sono ricerche affidabili che possano stabilire quante sono le childfree e quante le childless.

Però, secondo la studiosa, sulla base di uno studio svolto su un campione negli USA, è possibile affermare che almeno la metà delle donne senza figli sono childless per circostanze che non dipendono dalla loro volontà, mentre l'altra metà invece ha scelto consapevolmente di non avere figli. 

La decisione di non avere figli (secondo una scrittrice americana)

La scrittrice americana Megan Daum, opinionista del Los Angeles Times, ha pubblicato negli Stati Uniti nel 2015 il libro dal titolo: Egoisti, superficiali ed egocentrici: sedici scrittori sulla decisione di non avere figli.

Il libro, dal titolo decisamente provocatorio, è una raccolta di saggi scritti da persone che, seguendo percorsi diversi e per motivi vari, hanno scelto di non diventare genitori. Il testo unisce i racconti di persone che parlano della loro scelta con lo scopo di far cadere molti pregiudizi permanenti in una cultura per cui la famiglia è l'unico nucleo che garantisce la coesione sociale.

In Italia la discussione sul tema è stata avviata dal movimento "Lunadigas", dedicato alle donne italiane che non vogliono essere madri.

Daum ha spiegato come è nata l'idea del saggio: «Sarebbe intellettualmente disonesto presentare la scelta di non diventare genitori come fosse monolitica, al riparo da dubbi». Per questo ha cercato scrittori che potessero restituire al meglio un'idea della convinzioni, dei sentimenti e delle ostilità esterne che contraddistinguono la vita di chi sceglie di non avere bambini.

Scrive l'editore nella presentazione del libro della Daum: «C'è un grande dibattito sulla crisi della fertilità e su come possano le donne moderne trovare una strada per 'avere tutto', ovvero una carriera di successo e i 2/3 figli in media a testa prima che l'orologio biologico inizi a ticchettare». E continua affermando che «ora, però, la conversazione sta passando al SE è necessario 'avere tutto', e, in modo ancora un po' controverso, se i figli sono veramente una necessità per la pienezza della vita. L'idea che alcune donne e uomini preferiscano non avere figli è ancora accolta spesso con ostilità e incredulità dal pubblico e dai media».

La scrittrice Daum ha dichiarato: «Il mio non è un libro contro i genitori, ma contro l'idea che non si possa parlare liberamente di questa decisione».

Il New York Times ha presentato il libro attribuendo le motivazioni raccontate dagli autori a cambiamenti sociali forti nel tessuto sociale americano, tra cui il rifiuto del modello di famiglia nelle classi medio-alte degli Stati Uniti.

Questo modello sarebbe il frutto della disuguaglianza presente nel sistema newyorkese, che fa diventare l'essere genitori quasi uno 'sport competitivo e consumistico'.

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"Non me lo chiedete più". Le motivazioni di un'autrice italiana

La scrittrice, sceneggiatrice e attrice Michela Andreozzi, in un'intervista a D di Repubblica del 2018, ha presentato la sua autobiografia Non me lo chiedete più (Harper Collins Italia,), spiegando di essere una childfree felice.

La Andreozzi distingue tra childfree (donne senza figli perché lo hanno scelto) e tra childless (donne senza figli perché non sono riuscite ad averli) e afferma che «Dire di non volere figli oggi è un po' come fare coming out: trovate il coraggio di far sentire la vostra voce. Non nascondetevi dietro la scusa, ad esempio, di non riuscirci. La vostra vita ha valore anche se non avete figli e non intendete farne».

L'autrice dichiara che i figli rappresentano un'esperienza meravigliosa, ma che la maternità non calza a tutte nello stesso modo: «Sono convinta che mia mamma e che molte altre mamme siano dei supereroi, ma a me la tutina da supereroe sta malissimo».

Secondo Michela molte donne sono childfree inconsapevoli che sono o diventeranno madri solo per rispondere alle aspettative degli altri.

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