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Papillomavirus: perché la vaccinazione è importante

di Irma Levanti - 28.10.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Presentata in anteprima la nuova campagna di MSD Italia per la sensibilizzazione sul tema, che dovrebbe interessa non solo le femmine ma anche i maschi e non solo i genitori di adolescenti.  

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Il Papillomavirus non sceglie, tu sì. È il titolo della nuova campagna proposta da MSD Italia per sensibilizzare la popolazione sull'importanza della vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV). La campagna – che partirà a brevissimo soprattutto sui social (Faceboo, Instagram e YouTube) e un portale dedicato – si rivolge in particolare a genitori di figli pre-adolescenti e adolescenti e a donne tra i 25 e i 45 anni d'età, che potrebbero ancora beneficiare della vaccinazione. La campagna è stata presentata in anteprima oggi, a Milano, insistendo su tre messaggi in particolare:

  • la vaccinazione è sicura ed efficace;
  • è utile e importante non solo per le femmine ma anche per i maschi;
  • può essere utile anche dopo i 12 anni (età target principale per il Piano nazionale di prevenzione vaccinale);


HPV, che cos'è

Con l'espressione Papillomavirus (HPV) ci si riferisce non a un unico virus, ma a una famiglia di oltre 200 tipi differenti di virus che si trasmettono prevalentemente per via sessuale. “Si tratta di un'infezione ubiquitaria” ha chiarito durante il lancio della campagna Giancarlo Icardi, professore di igiene all’Università di Genova: “Si stima che dopo l'inizio dell'attività sessuale, il 70% dei ragazzi e delle ragazze contragga almeno un'infezione da HPV nel giro di un anno”.

Non tutti i ceppi sono però ugualmente pericolosi. “Molti tipi di HPV non provocano alterazioni” ha spiegato Carlo Antonio Liverani del dipartimento di Oncologia ginecologica e preventiva dell'Ospedale Humanitas San Pio X di Milano. “Alcuni, però, possono determinare lesioni a livello genitale – le cosiddette verruche genitali o condilomi – e altri ancora possono determinare lesioni che, con il passare degli anni, possono dare origine a tumori”.

In particolare, sono 13 i tipi di HPV classificati come ad alto rischio perché possono causare il tumore della cervice uterina nelle donne e altri tumori HPV associati - ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe, laringe – sia nelle femmine sia nei maschi, anche se questi ultimi spesso non vengono percepiti a rischio di contrazione del virus.

In tutto, secondo i dati dell'Associazione italiana dei registri dei tumori, in Italia si registrano quasi 5000 nuovi casi all'anno di tumori correlati a infezioni croniche da parte di ceppi oncogeni di HPV.

Il vaccino, fondamentale per la prevenzione

“I numerosi Papillomavirus costituiscono una minaccia per tutta la popolazione fin da quando inizia l’attività sessuale e in effetti i dati scientifici oggi a disposizione indicano proprio la giovane età e il numero di partner sessuali come condizioni di rischio per contrarre l’infezione” ha affermato Icardi. Proprio da qui l'indicazione – contenuta anche nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale in vigore per il triennio 2017-2019 – di proporre la vaccinazione contro il Papillomavirus agli adolescenti di entrambi i sessi nel dodicesimo anno d'età, quando tipicamente l'attività sessuale non è ancora cominciata.

Ma attenzione: non significa che chi ha più di 12 anni non possa più essere vaccinato. Al contrario, il Piano nazionale raccomanda l'offerta della vaccinazione fino ai 18 anni. Secondo Liverani, inoltre, le donne possono farla tranquillamente anche più avanti, tra i 25 e i 45 anni: “Intanto perché anche se è venuta in contatto con uno o più ceppi di HPV, è molto improbabile che sia venuta in contatto con tutti e 9 i ceppi presenti nella formulazione del vaccino a più ampia copertura. E in secondo luogo perché i dati a disposizione mostrano che la vaccinazione riesce a suscitare una risposta immunitaria molto potente, che agisce anche contro le infezioni pregresse”.

Gli esperti hanno ricordato che, a seconda del tipo di vaccino e dell'età a cui viene fatta la vaccinazione, la copertura viene ottenuta con due o tre dosi da effettuare a distanza di pochi mesi l'una dall'altra. In base alle conoscenze attuali, per ora non sono previsti richiami dopo questo ciclo di vaccinazione.

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